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Aggiornato: 18 giugno 2025


In quell'ora l'ottobre era agli ultimi suoi giorni il vicolo, affatto deserto, offriva a' sorci o a qualche cagnuolo abbandonato e vagante la copiosa vettovaglia de' suoi rifiuti e della sua spazzatura, ammonticchiati qua e l

Stranamente, concepiva in quell'ora contro il Lascaris un'ombra di avversione; quasi l'insistenza di lui l'avvertisse che non era più libera di sfuggire alle battaglie temute, e di adagiarsi nella sua bella vilt

Queste cose fecero dolore a Damiano. Chinò il capo e tacque; e da quel il nome della pegnataria più non venne sulle sue labbra. Usciva di casa col primo sole, come prima; ma non tornava che al far della notte; mangiando a quell'ora il poco che la sorella avevagli messo in serbo.

Ma che era egli ciò, contro un'ora di vendetta e di ebbrezza? Fosse pur venuta a coglierlo in quel punto la morte! Tanto, egli lo intendeva, che in quell'ora di ebbrezza e di vendetta era pieno il suo vivere. Sul limitare della camera di madonna, si fermò titubante. L'uscio era socchiuso e la luce trapelava dal vano.

La luna, che alzavasi allora allora, rossa come un disco incandescente, illuminava vagamente quelle sterminate pianure del Kordofan, aride, sabbiose calcinate dagli ardente raggi del sole equatoriale. La vista che esse presentavano in quell'ora non poteva essere più sinistra, più bizzarra, più desolante.

Una donna, che, a quell'ora, in compagnia d'un vecchio, viene a cercare della signorina Salvani. Avevano fatto errore da un uscio all'altro. E difatti, per chi sale quassù al buio, e non vede la svolta del corridoio, sembra che questo sia l'ultimo uscio della casa. Chi poteva essere questa donna? esclamò l'Assereto. Ella, non è venuta a capo di conoscer chi fosse?

E si incamminò, non badando alle rimostranze della zia, che trovava eccessivo quello zelo caritatevole, che temeva un'emozione troppo violenta per la nipote, in quell'ora di dopo pranzo; che si doleva di non poterla accompagnare, perchè troppo sensibile, incapace di sostenere la vista d'un sofferente. «Bene, bene! fece Lucia non darti pensiero per me; vado con Bortolo.

La data più funesta della mia vita: un anno, da che laggiù, in mezzo a gente sconosciuta, io avevo deciso di morire.... M'era parso che nella preghiera avrei potuto trovare l'obblìo di quell'ora, il perdono anche.... Ma , in quella chiesa fredda, in quel silenzio profondo, mi sono sentita più oppressa che mai.

Ma erano dolci e possenti le voci che le tornavano dalla sua povera giovinezza tramontata, ed erano state così grandi le emozioni che avevano consunta tanta parte del suo cuore, ch'ella ormai sentivasi incapace di comprendere se più forte fosse in quell'ora dentro di lei la sorpresa, lo sgomento o la gioia.

A lui poco importava a quell'ora, l'aspetto confuso di quella moltitudine; e quando potè sboccare per un rotto del muricciuolo, sul sagrato della chiesa, gli parve d'aver toccato il cielo. Lassù era un formicare da non potersi descrivere.

Parola Del Giorno

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