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Aggiornato: 2 giugno 2025


A lui si leggeva in viso qualche segno, come di una potenza che dall'infuori gli governasse l'animo; ed era un occhio dolce di donna, che egli si vedeva dinanzi, intento, amico, ispiratore. Quell'occhio lo accompagnava per tutto, sotto quella vista cresceva nell'arte sua; s'afforzava nei pensieri di ribellioni generose; s'avezzava sobrio ed austero; studiava, sperava ed amava: la scienza, la rivoluzione, sua madre e Bianca, erano i suoi amori. Di questa, in tutto il tempo che mancava da D...., non aveva avuto chieste novelle; non volendo risicare la ricca illusione, per sapere cose che, delle due l'una, o erano conformi a quella, o tali da struggerla tutta. Pure gli incontrava sovente di non si poter levare dal cuore una mestizia, che gli recava in malaugurio ogni cosa. Il parentado con Bianca gli pareva stornato da lunga pezza; immaginava che l'Alemanno l'avesse sposata in quei mesi, o fosse per isposarla; voci misteriose lo ammonivano dal fondo del cuore; di pensiero in pensiero, di dubbio in dubbio, andava tant'oltre che vedeva il corteo nuziale, l'altare, il frate, i due felici sorridentisi alla balaustrata della chiesa di C.... l

In quella giornata grigia, piovosa, nella atmosfera cupa dell'antica sala da pranzo, il suo volto aveva una formidabile espressione di vita, di moto, che aizzava il sangue.... Giuliano si sentiva diventar vile, vile.... vile.... Essa si mise a ridere, ma, nella direzione di quell'occhio azzurro, languido che la guardava ricordando, mandò un po' di fumo, che somigliava a un sospiro inebriante....

Ma d'improvviso mi parve che quell'occhio, rispondendo a un mio sorriso velato di lagrime, si animasse e mi fissasse con una espressione di rimprovero e di dolore così intensa, così acuta, così lacerante, ch'io non potei sostenerla. Lasciai cader nelle mani di Giuseppe il candeliere, e mi cacciai in un angolo, col fazzoletto alla bocca. Un secolo rimase il dottore curvo in quell'atto.

E per allontanarsi dal divano, si accostò di più alla scrivania. Quella giubba succinta, quei pantaloni attillati le facevano un'impressione penosa; e poi le urtava i nervi quell'occhio sempre così fisso e quel continuo riso da scimmia, per far vedere i denti bianchi! Era strano però, come egli aveva l'aria d'esser in casa sua; toccava tutto, le aveva gi

Quanto è triste quella serena dolcezza con cui parlano i moribondi, e quell'occhio sereno con cui vi guardano! Tutte le volte che Emilia parlava egli si sentiva morire con lei. Nell'ardore della febbre delirò qualche volta; in quelle parole disordinate tornava frequente l'idea: ora è finito: quell'ultima rivelazione del suo amore gli faceva male. I medici venivano ogni giorno e tentavano tutto inutilmente: Alberto loro faceva i discorsi più stravaganti, offriva loro tutto ciò che possedeva se la potessero salvare, li supplicava con le lagrime agli occhi, li strapazzava, come se essi potessero portare soccorsi l

Il curato, cui non avevo ancora avuto modo di rivolgere il mio discorso tranne che a monosillabi, mi sedette vicino e, pur ripetendomi le sue scuse per la grettezza della cena, mi guardava con quell'occhio interrogativo, sebbene meno adamitico, che aveva veduto, al primo entrare, sotto la cuffia di Mansueta.

Il Frascolini, intanto, duro duro, faceva colazione, sfogliava i giornali, con un gran sussiego, e strapazzava democraticamente il cameriere. Quando ebbe finito e se ne andò via, scoppiarono tutti insieme a gridare pro e contro il nuovo direttore; e si riscaldavano specialmente per quell'occhio che gli mancava.

Il ferito era immobile nel suo letto, pallido, cereo nel volto, non più vivo che nello sguardo. Ma come aperto, quell'occhio! come lucente! Pareva che il poveretto, sentendo prossima la fine, volesse bere per lo sguardo tutta la luce del giorno che fuggiva. Gino vide Don Pietro e lo guardò fissamente; poi mosse le labbra, accennando di voler parlare.

Ma strana voce, onde quell'occhio uscío, mentre ch'assorto in lui sto fiso e prono, scridommi come Paolo ai listri fece, che di Mercurio l'adorâr in vece. «Facilis descensus Averni». VIRG.

Quella faccetta asciutta, quell'occhio che ammicca, quel labbro che sorride e par che ghigni, quel farsettone chiuso come una cassa forte dopo di aver inghiottito ogni sua ricchezza, quella voce monotona, uguale, stridula, quella disinvoltura provinciale, non vi è dubbio tutto ciò è lui il fante di picche!

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