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Era la guerra civile nel vero, terribile senso della parola, che aveva qui in Roma il suo quartiere generale; da qui il re di Napoli dirigeva le mosse, nominava i capitani; da qui la reazione mandava i denari. Ci poteva essere un caso più grave, nel quale il governo fosse tentato per la salus reipublicae di procedere per mezzi spicci, rigorosi, terribili?

Non ascoltando i consigli degli amici, io me ne andai il giorno dipoi, secondo il solito, al quartiere, e secondo il solito, non vi rinvenni alcuno. Facendo necessit

Ma dove state? Cosa fateDove sto? Sto in questa vile strada nel quartiere dei negri. E cosa faccio? Muoio di fame. Mamma! mamma! mamma! ma questo è un sogno che faccio, non è vero? Uno stolto, incredibile sogno, da cui mi sveglierò ridendo, per ritrovarmi vicino a te. Vorrei svegliarmi ancora bambina in Inghilterra, nella Casa Grigia... C'era la nonna, vero? non me la ricordo, ma so che c'era.

Nel quartiere, disse Martino che s'accostava tenendo in mano l'ampollina con dentrovi il farmaco, si parla molto della fiorita carit

Quando un Siciliano di conto si mette in viaggio, porta con quasi tutto l’occorrente; un corriere lo precede per mettere in assetto il quartiere da notte nel vuoto palazzo d’un ricco amico; il signore viene trasportato, in lettiga chiusa, da agili muli a grandi giornate, e trova tutti pronti al suo arrivo.

Agapito adunque salito su nel suo quartiere quella tal mattina, da cui prende le mosse la nostra storia, si mise a gridare con voce gi

Il misero Antonio passava mogio mogio nella strada che abitava, la testa bassa e il cuore piccino piccino, e non osava guardare che di sottecchi nelle botteghe che si aprivano in quel quartiere. Da ciascuno di quegli usci a cristalli potea sbucar fuori una faccia ostile ed una voce minacciosa a domandargli del danaro.

E l'indomani fece presto a venire, perchè mutatasi la cena in festino per onorare l'ospite, la notte se ne andò, che non parve manco fosse venuta. Ma non se n'era andato con essa il proposito di Giuliano, il quale al primo che s'intoppò tra quegli uffiziali che glielo avevano promesso, chiese d'essere condotto dal generale. Era questi il vecchio Dumorbion, che aveva il quartiere in un convento di frati, rimasto vuoto sin dal primo apparire dei Francesi, la primavera innanzi. All'ora in cui Giuliano arrivava da lui, n'uscivano tutti i colonnelli e i generali dell'esercito repubblicano. L'uffiziale che l'accompagnava lo trattenne sul piazzale della chiesa a vederli passare, e glie ne diceva, così di volo, i nomi e le gesta. Quello era il Laharpe, svizzero di nazione, giovanissimo come si vedeva all'aspetto, prode, sapiente e giusto; quell'altro Massena, a udir l'uffiziale, venuto su da piffero in un reggimento, a quell'altezza di onori e di fama. Cervoni ed Arena gli tenevano dietro parlando tra loro; quei due che ai panni si conoscevano per gente non di spada, erano Albit e Salicetti rappresentanti del popolo; e via via. Ne nominò molti, dolente di non potergli additare quello che era il più illustre di tutti. «Ma lo troveremo forse dal generale»: disse l'uffiziale, e pigliato Giuliano a bracetto lo mise dentro al convento. Questi si lasciava fare come un fanciullo; perchè a vedere quei personaggi gli pareva di non aver mai vissuto. Essi non avevano aspettato d'avere le rughe sul viso per essere uomini; e gi

La vita di tali donne da quest’epoca cominciò con non essere più richiusa al fondo di un quartiere solitario, e si videro apparire nelle passeggiate ed agli spettacoli, queste etere che arrivavano fino a portare nome dei loro protettori.

Anche codesto signor speziale era da novella e da commedia; voglio dire che tutti s'accordavano, ed avevan ragione, in dirlo il maggior ciarlone e la peggior lingua del quartiere, come ogni speziale sulla scena o in un racconto ha lo stretto obbligo di essere.