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Aggiornato: 29 giugno 2025
Io seppi il suo segreto. Una sera, in un'ora di espansione amichevole, mentre io lo interrogava con gli occhi senza parlare, egli mi narrò, lungamente e con frasi entusiaste, tutto un suo nuovo romanzo. Lo lasciai dire, ammirando quella robusta fisonomia di uomo gagliardo che si rischiarava. E la protagonista, come finisce? domandai. Ma mi pentii subito, poichè lo vidi impallidire.
Andiamo avanti: al terzo e al quarto dei punti salienti più direttamente incriminati di questo libro. E andiamo, signori, precisamente al capitolo nel quale si parla del famoso convegno di Libahbane e Babilli. Qui il Pubblico Ministero ha trovato che vi sono delle cose veramente gravi perchè ha rilevato che si tratta di dare la cantaride ad una fanciulla e di fare un giuoco divertente, e il giuoco divertente si fa all'oscuro, per modo che sapete quale impressione fa questo scherzo nel protagonista che è al tempo stesso autore del fatto? Questa, e probabilmente la far
Per essi una rivoluzione è poco più di un tumulto di mercato, se vi arrivano nell'ora dello scoppio: una catastrofe di governo non ha l'importanza della caduta di un ponte: ogni finale di dramma ne sia Cristo o Socrate, Caio Gracco o Cola da Rienzi, Cicerone o Savonarola il protagonista, diventa uno spettacolo pagato largamente dalla fatica di un viaggio interminabile. Essi vanno, ma non arrivano e non ritornano mai. Non aspettano alcuno e nessuno li attende: non migrano perchè non intendono fermarsi, non viaggiano perchè non hanno scopo, non lavorano perchè ogni lavoro suppone un ambiente, ma guardano e girano. L'abbandono di ogni ricchezza, il dispregio di ogni posizione li rende superbi, ma la coscienza della inanit
Ritrovando il nostro protagonista un mese e qualche giorno dopo il suo arrivo nella nobilissima ed insigne capitale della Spagna, siamo costretti ad accorgerci dal suo alloggio e dall'attitudine nella quale lo troviamo che la sua smania di vagabondare si è scemata di molto.
Lo Speciale, il d'Esclot, il Montaner, e Saba Malaspina non parlan d'altro, che dell'ambasceria pubblica, della quale ora diremo. I racconti del Villani, lib. 7, cap. 69, e della Cronaca anonima della cospirazione son sì lontani da tutte queste testimonianze istoriche, da nemmeno farsene parola. Essi non mancano di mandare orator dei Siciliani a Pietro il loro protagonista Giovanni di Procida.
Oh, la ci scusi, signor avvocato. Aveva l'uscio aperto.... Amico mio, disse una vocina sottile che fece balzare due passi indietro il mio protagonista, gli è stato di certo quel briccone di Battista, che va a ciaramellare di notte colla cameriera del quinto piano. Bisogna scacciarlo dal nostro servizio, non è egli vero? Si certo, lo scaccieremo! rispose Fenoglio.
Una sera il cartellone recava l'annuncio di uno spettacolo molto promettente, intitolato Ravanello spaventato da un morto parlante. Doveva essere cosa straordinaria ed allegra assai. Era la storia di Don Giovanni, travestita in romanesco volgare. Il protagonista conservava, come nel dramma spagnolo, il suo vero nome, chiamandosi don Tenorio, ma Leporello assumeva il nome di Ravanello; Donna Anna, Don Ottavio ed il Commendatore non mutavano nome, nè carattere. In questa parodia popolare Don Giovanni non è per nulla rappresentato come un Faust della sensualit
Dunque, se voi signori, che state per leggere siete di quelli che nei racconti dei fatti contemporanei amano i babau della sospensione romantica e si compiacciono di non tirare il fiato se non dopo d'essersi bene assicurati che il fratello del figlio, del nipote, della cognata, del protagonista è appunto il padre dello zio, del genero del cugino, dell'eroina, e vogliono che l'intreccio incominci, si complichi e si sciolga col finale trionfo di tutte quante le virtù e col suo bravo castigo di tutte quante le colpe, se voi, dico, avete di queste fisime felice notte.
Abita colassù, cioè, dico male, abitava nel gennaio 1857 il protagonista del mio racconto, uomo sui trentaquattro, laureato in leggi, scapolo, non brutto, nè antipatico, e con ventimila lire d'entrata.
Attilio Valda, il protagonista del Butti, è un essere fiacco. "Una faticosa inquietudine modificava senza tregua la spossata impressione del suo viso e del suo corpo un po' curvo, un'inquietudine morbosa di nevralgico nel quale ogni atto si capiva essere allo stesso tempo cosciente e involontario."
Parola Del Giorno
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