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Aggiornato: 11 maggio 2025
Quivi, continua il Montaner, s'adunò un parlamento per la venuta della regina, ove Giovanni di Procida parlò per lei, e Matteo da Termini rispose a nome del parlamento: ma agli altri particolari non è da attendersi, scrivendo Montaner nel falsissimo supposto che ciò fosse stato dopo la partenza di Pietro, e dopo il duello.
Io sono il comandante della rôcca di Procida, questi i miei uffiziali, principiò il maggiore: ci recammo qui per prestare omaggio al plenipotenziario di Garibaldi. Quindi si avvicinarono per baciarmi le mani. Io le ritrassi dispettosamente dicendo: Non sono un padre abate! E il maggiore: Eccellenza, noi teniamo moglie e piccirilli; battuto Francesco II, ci accostammo al governo nazionale.
Saba Malaspina, cont., pag. 373, 374. Ann. genovesi, in Muratori, R. I. S., tom. VI, pag. 576. Pao. di Pietro, in Muratori, R. I. S., tom. XXVI, agg. pag. 37. D'Esclot, cap. 87. Montaner, cap. 54. Giach. Malespini, cap. 212. Gio. Villani, lib. 7, cap. 69. Cron. della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 269.
E' divenne per conseguenza ben presto necessario a quest'aristocrazia dell'ergastolo e si fece amare da lei. Egli ecclissò dunque Gabriele anche in codesto. Un avvenimento decisivo doveva ravvicinarli. La mattina stessa che il conte di Altamura partiva da Napoli per venire a Procida, i forzati si sollazzavano nella corte, al sole di ottobre, sì vivificante e salubre nel mezzodì.
Petrarca, Itinerario Siriaco. Gio. Villani, lib. 7, cap. 57. Boccaccio, De casibus virorum illustrorum, lib. 9, cap. 19. Veg. altresì il cominciamento della istoria anonima della cospirazione del Procida, tralasciato dal di Gregorio nella sua Biblioteca aragonese, che leggesi tra' citati Mss. della Bibliot. com. di Palermo, Q. q. e si trova pubblicato nell'opera di Buscemi, doc. n.4.
Per vero egli non scrive il nome di Corrado Lancia, ma solo di Loria e Procida, e, aggiugne, altri usciti italiani. Ma ritraendosi dal Montaner la grande riputazione di Corrado a corte d'Aragona per armi e consiglio appunto in questo tempo, non è dubbio che quel nobile siciliano avesse partecipato in tutti i disegni.
Diploma dato di Capua del 3 febbr. 1270, pel quale Carlo I die' un sussidio, su i confiscati beni dotali, a Landolfina moglie di Giovanni di Procida da Salerno, come non partecipe della colpa del marito, «il quale per alto tradimento commesso, come dicesi, contro la maest
Cron. sic. della cospirazione di Procida, l. c., pag. 262. Ric. Malespini, cap. 208. Gio. Villani, lib. 7, cap. 60. Montaner, cap. 42, con qualche diversit
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