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Aggiornato: 11 giugno 2025
Or io, conchiudea, li punisco.» Da' Mss. della Bibl. com. di Palermo Q. q. G. 1, pubblicato dal sac. Niccolò Buscemi nella vita di Giovanni di Procida, Docum. 5. Saba Malaspina, cont. pag. 331, 332. Bart. de Neocastro, cap. 12. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 11. Anon. chron. sic. loc. cit. D'Esclot, cap. 88.
Questi tre ultimi, in loro errore, portano Giovanni di Procida ito ambasciador de' Siciliani a re Pietro.
Nel medesimo tempo navigava que' mari Carlo II d'Angiò, mandato di Sicilia dall'infante, dice il Neocastro, pe' comandi risoluti di Piero, e' consigli di Procida, che ammonialo a posporre a' doveri verso il padre ogni utilit
Diploma del 29 gennaio 1270 per la inquisizione de' beni confiscati a una lunghissima lista di ribelli, tra i quali si legge Giovanni di Procida.
Ma intanto da quel resto di sangue e di diritti ghibellini che erano stati portati da Costanza a Pietro d'Aragona, dalla fedeltá di due grandi fuorusciti pugliesi, Ruggeri da Loria e Giovanni da Procida, e principalissimamente dall'ira de' popoli oppressi, apparecchiavasi una mezza rovina agli Angioini, un terzo popolo straniero alla misera Italia, una divisione di quel bello e natural regno delle Due Sicilie, che riuní allora per poco, che riunisce ora da oltre un secolo il piú gran numero d'italiani indipendenti; ondeché non può se non dolere qualunque volta ci si veda o si tema ridiviso.
Io intendo di condurmi a mio modo. Basta basta, risponde il soldato che la faceva da caporione, to, mastro coniglio, questi sono i soldi del riverendo padre; recati dall'ostiere qui presso, gittagli a terra la porta se non vuole aprire, e comprane altrettanto prosciutto, vino di Procida ed acquarzente. Bada però a non dimenticar parte dei quattrini nel fondo della tua scarsella.
Montaner, cap. 61 e 63. Giachetto Malespini, cap. 212. Gio. Villani, lib. 7, cap. 70. Cron. della cospirazione di Procida, pag. 271. Ho scritto secondo il d'Esclot i nomi degli ambasciadori, de' quali alcuno è diverso in altri autori de' citati di sopra.
«Mancano fedeli alla vostra sacra persona?» esclamò avanzandosi con passo sicuro il medico del Re, chiamato Giovanni da Procida; «se il mio Re vorr
È noto il marmo della chiesa di Salerno, dato il 1260, pubblicato dal Summonte, e trascritto dal Gregorio, Bibl. arag., tom. I, pag. 249, dal quale si hanno i titoli di Giovanni di Procida, e ch'ei facesse costruire quel porto.
Il conte di Altamura dette ordine al suo cocchiere di venirlo ad aspettare allo stesso sito, l'indomani, alle nove, e s'imbarcò. Il padrone aveva detto vero: le onde grosse, frante, capricciose, dettero loro non poco rovello, ma non si corse alcun pericolo. Nondimanco, le barche dei pescatori rientravano. Il canale di Procida è perfido e nasconde delle situazioni drammatiche imprevedute.
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