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Aggiornato: 2 giugno 2025


Dicea Ruggero a Dodon: Tu di' bene, ma pochi la ragione ti daranno. Al popol piacion lor romanzi e scene; se fossi in te, non vorrei quest'affanno, perché t'acquisti un odio sulle schiene, e un giorno o l'altro ti lapideranno. Non si vuol sempre la ragion difendere: oh, gli è la bella cosa il mondo intendere!

POPPEA Ed io Neron piú assai tengo in conto, che il trono. Ov'io credessi porlo per me in periglio... Ma, che narri? Assoluto signor non è di Roma Nerone? e fia ch'ei curi un popol vile, pien di temenza, che a Tiberio, a Cajo muto obbedia?... SENECA Temerlo assai tu dei, se non fai che Neron per se ne tremi.

Ella tornava un da una vittoria Suprema, cinta d'abbagliante gloria. E bella al par d'una immortai guerriera... Il suo serto splendeva nella sera Siccome un sol notturno sulla terra, E il popol suo e quello vinto in guerra Tremavano davanti al suo passaggio. Ed il cielo taceva sovra il maggio Fiorito e caldo, e la citt

Di quando in quando si picchiano le mani e il popol ride, e perch'ella era alquanto curiosa, Turpin ci lasciò scritta qualche cosa. V'erano in essa di molti cristiani posti in aspetto obbrobrioso e tristo, preti papisti e frati veneziani, ch'altro eran ben, che imitator di Cristo.

Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol tuo solicito risponde sanza chiamare, e grida: <<I' mi sobbarco!>>. Or ti fa lieta, che' tu hai ben onde: tu ricca, tu con pace, e tu con senno! S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde. Atene e Lacedemona, che fenno l'antiche leggi e furon si` civili, fecero al viver bene un picciol cenno

Ancora era quel popol di lontano, i’ dico dopo i nostri mille passi, quanto un buon gittator trarria con mano, quando si strinser tutti ai duri massi de l’alta ripa, e stetter fermi e stretti com’ a guardar, chi va dubbiando, stassi. «O ben finiti, o gi

«Onde mova fera condanna, »O perversa d'eroi discendenza! »Più da voi di virtù la credenza »A' figliuoli trasmessa non fu! »Non v'è popol che piombi in rovina, »Se non dove s'innalzi tal prole »Che non sa, che non può, che non vuole »Fuorchè oltraggio ed obblio di virtù!» E vinse Alarico, E in fiamme andò Roma, E tutti la stirpe Latina fu doma!

Or che tra loro è fatta convenzione, e di vivere amici han stabilito, il popol non fará piú contenzione, e sará a poco a poco intiepidito; poi ridurrassi a dugento persone, a cento, indi a cinquanta il lor partito. Lasciamo che s'adoperi natura, ché finalmente il ver non ha paura.

Ferve il popol ne l'opre, e mai non resta Per mutar d'ore o per mancar di giorno, Ed armi e ordegni e vettovaglie appresta, E boschi incide, e spiana campi intorno; Di su, di giù, da quella parte a questa, Gente industre che va, che fa ritorno, E s'ingegna, e s'adopra a far sicuri Le contrade, le vie, le case, i muri.

Salve, o popol di prodi! A sorger primi, Primi a pugnar, soli a morir voi siete; Se fia che lo straniero oggi vi adimi, Egli avr

Parola Del Giorno

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