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Aggiornato: 26 giugno 2025
Sul campo di battaglia il nostro ufficialetto si era comportato assai bene, Il Conte Polony era spirato nelle sue braccia e gli aveva raccomandato, morendo, Matilde e Flora; ma gli avvenimenti precipitosi che seguirono al disastro di Custoza sconvolsero tutti i suoi progetti.
A questa loro sorte le Polony s'erano ormai abituate. Gl'inverni così tiepidi sul lago facevano meno sentire alla madre il tormento dei vecchi dolori che l'obbligavano quasi a un perpetuo ritiro: e in quanto a Flora, per natura gi
Mentre il dottore parlava alla mamma di crisi, di flogosi del sangue, di sovraeccitazione nervosa, di macchie epatiche, essa compiacevasi d'aver finito di soffrire. Strappata l'ultima illusione, non aveva che da aspettare che la ferita si rimarginasse da sè. Per chi l'aveva fatta soffrir tanto e inutilmente non rimaneva in lei più che una immensa compassione: a quella donna non osava nemmen discendere col pensiero. La figlia del colonello Polony, la contessina del Castelletto, la nipotina della donna, che aveva con un colpo di pugnale vendicata un'ingiuria, s'era avvilita fin troppo a credere che la sua felicit
Egli si mosse di nuovo come se scattasse da irti aculei, girò per la stanza lottando con tutto sè stesso, portando ora una mano ora l'altra alla bocca quasi per voglia di mordere, finchè voltando le spalle alla signorina Polony si fermò davanti ai vetri di una finestra vibrando in tutti i muscoli del suo piccolo corpo robusto, reso quasi cieco da un velo di lagrime morte che non sapeva più trattenere.
Il Conte Stanislao Polony, padre di Flora, di antica famiglia di Varsavia, era venuto giovanissimo in Italia col celebre poeta Adamo Mickiewicz a offrire il suo braccio alla nostra causa nazionale e dopo aver combattuto nelle cinque giornate di Milano, era stato con altri polacchi incorporato nell'esercito sardo.
Allora andiamoci domani disse finalmente Massimo dopo una lunga riflessione. Massimo, fratello di Don Camillo Bagliani, più giovane di lui un certo numero di anni, poco prima della guerra del sessantasei aveva conosciuto in casa del Colonello Polony la bella Vincenzina Stellini, sorella di Matilde e se n'era perdutamente innamorato.
Qui lo raggiunsero le prime lettere di Matilde, che furono per il suo cuore il segnale di un nuovo disastro morale. Morto il colonello Polony, essa e la piccina avevano dovuto ritornare in casa del padre, il quale non poteva più provvedere a tutti. Il povero uomo in seguito a un errore commesso (che Massimo non potè mai conoscer bene) era stato costretto a chiedere il suo riposo, mentre si faceva sempre più vecchio e più esigente. Se Massimo non poteva mantenere la sua promessa, toglieva alla povera Vincenzina ogni altra occasione di ben collocarsi e di venir eventualmente in soccorso delle due famiglie. Gi
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