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Aggiornato: 16 giugno 2025


L'incontro fu qual di vittoriosi; feste, funzioni di chiesa, giuramenti di guarentigie ed amicizie eterne, e soprattutto conferma delle donazioni di Pipino, ed aggiunte fattevi probabilmente, benché non negli estesi limiti riferiti da alcuni. E quindi tornò Carlomagno dinanzi a Pavia, e la prese finalmente in maggio o giugno 774.

28 cessan raccordargli il grave danno che n'ha d'avere il popul saracino, muora Ruggiero o il tartaro tiranno, quel che prefisso è dal suo fier destino: d'un sol di lor via più bisogno avranno per contrastare al figlio di Pipino, che di dieci altri mila che ci sono, tra' quai fatica è ritrovare un buono. 29 Conosce il re Agramante che gli è vero, ma non può più negar ciò c'ha promesso.

17 Lor mostra appresso un giovene Pipino, che con sua gente par che tutto cuopra da le Fornaci al lito pelestino; e faccia con gran spesa e con lung'opra il ponte a Malamocco, e che vicino giunga a Rialto, e vi combatta sopra. Poi fuggir sembra, e che i suoi lasci sotto l'acque; che 'l ponte il vento e 'l mar gli han rotto.

Ma, non corso un anno, Astolfo ricominciò la guerra, e tornò a campo a Roma, e ricominciarono le doglienze, le lettere del papa a Pipino; il quale ricalcava sua via, ribatteva i longobardi alle Chiuse, riassediava Astolfo in Pavia; e ridottolo, prendeva il terzo del tesoro regio, gli imponeva un tributo annuo, e fattesi ora restituire in effetto le conquiste, ne faceva egli poi donazione a San Pietro, alla Chiesa romana ed ai papi, in perpetuo e per iscritto.

Vita di Martino IV, in Muratori, R. I. S., T. III, pag. 609. Mss. della vittoria di Carlo d'Angiò, in Duchesne, Hist. fr. script., tom. V, pag. 851. Cron. del Mon. di S. Bertino, in Martene e Durand, Thes. Anecd. tom. III, pag. 762. Francesco Pipino, Chron. lib. 4, cap. 29, in Muratori, R. I. S., tom.

Infin dall'avol del re Carlo Mano fûr poste in uso le prime avvertenze, Pipino il padre l'avea seguitate, ma Carlo a briglia sciolta l'ha cacciate. Ed aspettando le borse in poltrona dai mille re del suo impero tiranni, fa elogi al cuoco se la zuppa è buona, non prevedendo i suoi futuri affanni.

42 Chiede licenza al figlio di Pipino: e trova scusa che 'l destrier Baiardo, che ne mena Gradasso saracino contra il dover di cavallier gagliardo, lo muove per suo onore a quel camino, acciò che vieti al Serican bugiardo di mai vantarsi che con spada o lancia l'abbia levato a un paladin di Francia.

Quindi, rendendo servigio per servigio, scendea Pipino in persona per Moncenisio alle Chiuse di Susa, fatali a' longobardi; e rottovi Astolfo e assediatolo in Pavia, n'ottenea promessa di pace a Roma, e restituzione delle conquiste, e poi tornava a Francia.

39 Dal soldano d'Egitto, tuo vicino, certo esser puoi d'aver danari e gente: malvolentieri il figlio di Pipino in Africa vedr

Nell'Anon. chron. sic., cap. 40, si legge al contrario una epistola di Carlo a Piero, e la risposta: lunghe oltremodo, intessute di frasi bibliche, e di ingiurie, tra le quali nuotano le reciproche ragioni, che sono a un di presso quelle accennate dianzi. Le stesse due epistole son trascritte da Francesco Pipino nella sua Cronaca, lib. 3, cap. 15 e 16, in Muratori, R. I. S., tom.

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