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Aggiornato: 2 giugno 2025


Un'ora dopo, Aloise riceveva una seconda lettera del duca di Feira. Il vecchio gentiluomo si scusava anzitutto con lui di non essersi recato egli in persona dal notaio, non avendoglielo consentito alcuni urgenti negozi: indi, venendo a toccare del desiderio di Aloise, gli accennava cortesemente che egli era come per lo innanzi padrone di andare e rimanere alla Montalda quanto più gli piacesse.

Irene, la più attempatella delle tre, conservava ancora tanta freschezza da nascondere sotto il maestosissimo portamento gli anni che aveva di più delle compagne. La sua bellezza era tale da poter servire di modello all'artista cui piacesse ricordarci le antiche e severe matrone della Roma dei Cincinnati.

Questo riflesso quietò i molti che opinavano per la totale esclusione del progetto. Fu posto alle voci, se piacesse la commissione secondo le massime esternate dal conte Guicciardi, e fu approvata. Si chiese se doveva essere di cinque membri e si rigettò; se di sette, e vi si convenne. La commissione pertanto fu nominata, per via di schede, nelle persone delli signori Guicciardi, Bologna, Cavriani, Castiglioni, Costabili, Verri e Dandolo. Si noti che la pluralit

Poichè, quantunque avesse una predilezione per Damiano, il buon soldato voleva bene anche all'altro suo figlioccio; anzi andava da un pezzo ruminando che mai se ne sarebbe potuto fare, senza trovar cosa che gli piacesse.

Non so che volete da me: m'avete tolto la vita, l'onore e l'anima. CINTIA. Veramente che voi dovete sognarvi, dovete dormir ancora. LIDIA. Piacesse a Dio che dormisse, piacesse a Dio che mai mi svegliasse o fusse morta mille anni sono per non udir quel che sento!

LIMERNO. O sia Fúlica o Stúnica, vorrei da Vostra Santitade una grazia. FÚLICA. E dua, potendo. LIMERNO. Non mi vogliate piú oltra imbalordire lo debol cervello con queste vostre filosofie. A che tanti Platoni, Aristotili e asini? voi potreste cosí con le mura ragionare! TRIPERUNO. Anzi vorrei, caro mio maestro, che vi piacesse di ascoltarlo. Ma facciamone qualche poco di pausa.

Donna Costanza, la sorella, aveva avuto sempre una particolare affezione per lui; che avevano finito con far tutt'una casa. Era una donna di media statura, grossa, con un faccione rotondo dal naso a ballotta; proprio una botta, come dicevan tutti, ma che aveva tali pregi da far dimenticar quasi la sua bruttezza, per la quale, del resto, in paese non aveva potuto trovare un cane che le abbaiasse. Non è a dire se ciò arrivava all'anima della poveretta che lo sapeva, benchè si fosse rassegnata. Anzi aveva spinto il buon senso a tal punto, da non voler acconsentire a farsi vedere da uno spiantato d'un paese vicino, venuto con un mezzano di matrimoni per conoscerla e sposarla qualora gli piacesse, diceva lui: aveva compreso esser quella una pura formalit

Dopo il matrimonio v'era solo questo di fissato: che a mezzo ottobre si andrebbe a Roma per passarvi almeno l'inverno, salvo a stabilirvici definitivamente se così ci piacesse dopo la prova di qualche mese. Dal 25 agosto a mezzo ottobre tutto era incerto.

Dopo aver descritte tutte le sregolatezze a cui queste signore non disdegnavano di abbandonarsi Brantôme esclama: «E piacesse a Dio di potermi far entrare un po’ in questa allegra corte del re pel mio piacere

«E ora capisco che la quistione è un'altra: Luigi non aveva tanta paura che non mi paresse giovane abbastanza, quanto che non mi piacesse come persona, come viso.

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