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Vede or donna real di tal beltade la nostra, e Roma, e da colei si noma; che chi mira i begli occhi e l'aurea chioma di piacer, d'amor empie e d'umiltade. Questa sol per mio ben, per mio sostegno al mio imperfetto, a la fortuna avversa diede natura, e 'l ciel cortese e largo. O gloria de le donne, o ricco pegno d'onor, d'ogni virtù ch'oggi è dispersa: deh! perchè non ho io gli occhi ch'ebbe Argo?

Bernardo, come vide li occhi miei nel caldo suo caler fissi e attenti, li suoi con tanto affetto volse a lei, chemiei di rimirar più ardenti. Paradiso · Canto XXXII Affetto al suo piacer, quel contemplante libero officio di dottore assunse, e cominciò queste parole sante: «La piaga che Maria richiuse e unse, quella ch’è tanto bella da’ suoi piedi è colei che l’aperse e che la punse.

e se 'l sommo piacer si` ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso di retro a me che non era piu` tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, ad aspettar piu` colpo, o pargoletta o altra vanita` con si` breve uso.

e dentro a quei che più innanzi appariro sonava ‘Osanna’ , che unque poi di rïudir non fui sanza disiro. Indi si fece l’un più presso a noi e solo incominciò: «Tutti sem presti al tuo piacer, perché di noi ti gioi.

Quel famoso cloralio doveva essere un tocca e sana. Ma! Cambi rimedio. Lo cambierò. Pur che si decida a chiamare un medico ripigliò la Luisa incoraggiata dalla tolleranza della sua padrona. Chiamerò il medico quando mi piacer

«Benissimo! fecero in coro le sorelle Zolli. «Perfettamente eseguito! esclamò Svarzi, aprendo su 'l leggio un altra musica tolta a caso; e la musica era una suonata di Beethowen. «Questa non piacer

insieme a punto e a voler quetarsi, pur come li occhi ch'al piacer che i move conviene insieme chiudere e levarsi; del cor de l'una de le luci nove si mosse voce, che l'ago a la stella parer mi fece in volgermi al suo dove; e comincio`: <<L'amor che mi fa bella mi tragge a ragionar de l'altro duca per cui del mio si` ben ci si favella.

S'un medesimo stral duo petti aprìo: s'arse due cor d'amor un foco santo: se nascendo 'l piacer morì cotanto martir, che l'uno e l'altro gi

Amico mio, perchè ti lagni? ripigliò Fiordalisa. Non mi seguirai tu? Ho bisogno d'esser seguita da te. Ma bada, non sia per opera delle tue mani, e solo quando a Dio piacer

Sono una scervellata, non è vero? diceva a Maritza la governante. La signora contessa è padrona! rispondeva Maritza. Ella era secca a guisa d'uno stoccafisso, e più indifferente che una orientale fatalista; non diceva che la contessa non fosse una scervellata; soltanto, essendo padrona, poteva essere scervellata a piacer suo, e nessuno aveva diritto a contrastarla.