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Aggiornato: 21 maggio 2025
Così Annibale Perrone, che nessuno ricordava più, continuava a vivere delle luminose speranze della giovinezza nel modesto cuore d'una povera maestra elementare, che all'educazione dei figli del popolo dava tutto quel che non era morto in lei, in compenso della pace che il lavoro le aveva procurato.
Con lui si presentarono al Pallavicino, che li aspettava per farne una retata, quattordici della banda nove dei quali vennero condannati a morte, cinque a vita e Vincenzo Volpe, minorenne, a venticinque anni. I condannati a morte erano: Carbone, Ciavo, Longo, Vertuto, Cozzi, Palombo, Zorio, Savalino, Perrone. Tutti costoro rimasero per qualche anno sotto la sentenza capitale.
Il polverone è un eccitante lirico. I rasoi del vento gelato mi fanno la barba. La mia blindata canta i record mondiali dei motori + il lavoro di mille operai + ingegneri e ufficiali improvvisatori geniali + Perrone Ansaldo e Fiat in lotta + la gloria di Nazzaro velocit
L'uomo che io ho amato più di mio padre e più di mia madre non era bello: nè mai mi son chiesta s'egli lo fosse o se era un male che non lo fosse. Era il dottor Perrone che aveva guarita mia madre, era il bravo professore, amato da' suoi allievi, era la gloria della scienza e bastò perchè a me paresse più bello d'un dio. Sento che l'amerei dell'istesso amore anche se egli mi comparisse davanti coi capelli bianchi, gi
Colla morte di Annibale Perrone la scienza ebbe a rimpiangere una forte speranza spenta troppo presto per l'onore della patria. Amici, colleghi, discepoli, corpi scientifici, riviste italiane e straniere ripeterono per un anno l'elogi che segue ai valorosi e benemeriti cittadini; un busto di marmo fu innalzato nel cimitero dov'è sepolto... ma ad altre cose ebbe poi a pensare il mondo.
E fu condannata la irresponsabile Rosalia Perrone per occultazione di armi: un vecchio e arruginito fucile, che appartenne al caro figlio morto da molti anni e che essa conservava come un prezioso ricordo. Il Presidente del Tribunale, perchè si tratta di una imbecille, seduta stante domanda la grazia sovrana: ma condanna. Oh! ma si può condannare quando si ha la convinzione che gli accusati sono innocenti? Ebbene: si può... dai tribunali di guerra. E se si possa ce lo dice l'avvocato fiscale militare nella requisitoria pei fatti di Monreale. Gli imputati erano 68 e il pubblico accusatore non esitò a fare questa confessione: «Ammetto che fra gli accusati ve ne sia qualcuno innocente; ma non si può provare, perchè la maggior parte non tutte! delle deposizioni dei testimoni a difesa furono meschine, vuote o reticenti.» Questo eccellente funzionario, il sig. Mattei, stabilisce per principio che non l'accusa deve provare la reit
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