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Aggiornato: 6 giugno 2025
Questo ho pensato, quando ho risaputa la storia di Mario, un piccolo. Il quale cominciò per essere molto felice, perchè era stupido; a diciott'anni conosceva poco o nulla e la madre se ne doleva molto, avendo molto sperato in quell'unico figliuolo. Mario non voleva studiare, non amava per nulla il lavoro; amava solo sua madre. Pure venne il suo giorno, quel giorno che giunge per tutti, il perno dell'esistenza, il punto culminante della vita: non so come, capitò nelle mani del giovanetto un grosso volume illustrato: erano le opere di Shakespeare. Mario a cui non piaceva la lettura, ebbe vaghezza di vederne le illustrazioni; s'interessò alle scene principali che rappresentavano; poi le ricercò nell'azione, alla loro pagina; poi lesse tutto, tutto. Dal mattino all'imbrunire, nel tramonto, nella sera, nella notte, pallido, curvo sul libro, con gli occhi ardenti, le mani tremanti nel rivoltarne le pagine, egli fece suo il mondo del grande inglese. La piet
Avevo giurato a me stesso di non chiudere occhio se non avessi prima saputo qualche cosa intorno a quel sindaco misterioso che mi appariva il perno, il movente del dramma, del cui svolgimento il caso mi faceva spettatore.
Soltanto quando la macchina girava sul perno, ciondolavano stupidamente sulle gambe, sproporzionate al peso del corpo, socchiudevano gli occhi un momento, poi ricadevano nel loro sopore. C'erano dei capponi dagli occhi ardenti come brace, che si scotevano tutti in uno sforzo supremo per tirar su una gamba sotto l'ala.
Me lo sentivo vicino, gli rivolgevo la parola quasi avesse potuto rispondermi. Mi piaceva a immaginarmi le sue contraddizioni e a trovare le risposte più atte a calmarlo. Questa ginnastica del pensiero della quale Egli era l'unico perno occupava le mie ore d'ozio, mi era compagna nelle lievi occupazioni della giornata, mi seguiva dovunque come un profumo penetrante e nascosto.
Queste zacchie, che sono numerosissime sulle rive del Nilo, consistono in una ruota perpendicolare alla quale sono attaccati con corde moltissimi vasi di terra. Ogni ruota comunica con un'altra orizzontale fornita di un grosso perno mosso dalla forza di due tori che girano scambievolmente dì e notte su di un impalcato di legno cosparso di terra.
Sta benissimo, concordo: le convenienze sono tutto al mondo, è il perno su cui si aggira la gran macchina della civilt
Predicarono non dovere un Popolo, che vuol farsi Nazione, sperare dallo straniero; non dovere un popolo, che vuol farsi libero, affratellarsi colla tirannide: oggi additano, perno di emancipazione nazionale e di libert
Tutto l'esser suo è ora fatto obbediente ad una leva, non sa se interresistente o interpotente od altro, ma prepotente certo: l'amore di Costanza; il dolce delirio si aggira sopra un perno solo: l'indimenticabile bacio.
Il cavaliere Arconti aveva fatto il suo ultimo sforzo. Ormai il suo corpo era esausto ed egli non sarebbe stato in grado di replicare se alcuno avesse ripreso la parola. Per buona ventura gli avversari avevano ancora minor desiderio di misurarsi con lui. Il primo firmato sotto l'ordine del giorno che formava il perno della battaglia si limitò a dire che le ragioni svolte con tanta eloquenza dal Direttore non erano bastate a smuovere dal proposito di un'inchiesta sul bilancio nè lui, nè i suoi amici; che però una simile inchiesta non doveva esser presa per ciò che non era. Non si dubitava menomamente della lealt
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