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Aggiornato: 7 giugno 2025


La gloria di colui che tutto move per l’universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. Nel ciel che più de la sua luce prende fu’ io, e vidi cose che ridire sa può chi di l

65 E se non che fu scarso il colpo alquanto, permezzo lo fendea come una canna; ma penetra nel vivo a pena tanto, che poco più che la pelle gli danna: la non profunda piaga è lunga quanto non si misureria con una spanna. Le lucid'arme il caldo sangue irriga per sino al piè di rubiconda riga.

ma perche' piene son tutte le carte ordite a questa cantica seconda, non mi lascia piu` ir lo fren de l'arte. Io ritornai da la santissima onda rifatto si` come piante novelle rinnovellate di novella fronda, puro e disposto a salire alle stelle. Paradiso: Canto I La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte piu` e meno altrove.

L'altro, il vecchio, non conta, ha una tecnica discreta, ma davanti al vero vede solamente quello che c'è. Non penetra, non sa estrarre. Mostrando la sua pittura. Guardami quel cielo, di' tu se l'aria non trema. Pensare che a Milano dipingevo come un'educanda! Non sono ancora della forza di Helmer, no, ma sento di poterci arrivare. Me l'ha assicurato lui.

La gloria di colui che tutto move per l'universo penetra, e risplende in una parte piu` e meno altrove. Nel ciel che piu` de la sua luce prende fu' io, e vidi cose che ridire ne' sa ne' puo` chi di la` su` discende; perche' appressando se' al suo disire, nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non puo` ire.

Il suo cuore si ottenebrò, ed io non potei più leggervi nulla; la sua fronte diventò opaca, quasi la bella creatura vivente si fosse mutata in statua che non ha anima, ma soltanto linee e rilievo di bellezza, espressione esteriore che fa comprendere il concetto voluto significare dall'artista, ma che non penetra, non pervade il legno la creta o il marmo di cui essa è formata.

Il Monforte soprappreso dall'angoscia comincia a perder terreno, ad ogni colpo cede un passo; il suo nemico avanzando calca le orme stesse, ch'egli imprime fuggendo; Il ferro del Cavaliere primo venuto, veloce, come la lingua del serpente, ora lo ferisce sul ventre, ora gli penetra nella visiera; tutto il suo corpo con tale un impeto assai più che umano gli preme le ginocchia, e il petto; il pensiero che il suo avversario sia ciurmato torna più spaventoso che mai nella mente del Monforte, poco contribuisce ad avvilirlo.

L'acqua è diamante liquido; abbraccia bene, penetra e scioglie, purifica e rallegra, canta bene e non istuona mai, salvo a maritarla col vino.

Quanto all'escursione annua non è qui il caso di svolgerne la teoria assai complessa nella quale si deve tener conto dell'azione regolatrice esercitata dagli strati immediatamente sottostanti alla superficie terrestre, attraverso ai quali penetra e sorte alternativamente il calore per propagazione conduttiva, e l'azione ammorzatrice degli agenti atmosferici, che generalmente variano in senso inverso della radiazione solare, attenuando i massimi tanto di caldo che di freddo.

L'alba rompeva. Un'alba buia, brizzolata di nebbia che il freddo cangiava in ghiacciuoli. Non sole, non risveglio di quella vita del mattino che tutto penetra, uomini e natura. Roma pareva in scorruccio. Infrattanto, una moltitudine concitata di gente, che alla torre di Cencio aveva tratto, vi stormeggiava intorno, e levava vasto ululato chiedendo il suo pastore.

Parola Del Giorno

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