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Aggiornato: 1 maggio 2025


La mattina allo svegliare le guardo e ci vedo delle nubi, dei dromedarii, delle grotte, un imperatore, una focaccia.... GIULIA spettosa. Arte economica. Stende un foglio di carta sulla tavola. Un momento. Leva il ritratto di tasca. Ci metto anche.... GIULIA piano. Badate. Helmer fa il pacco. MASSIMO a Nennele. Credevo di non arrivare. Non c'è stato anche qui un tempo scellerato? .

Ah, ci venite poi? Per mio conto ho pensato di no. Si mette per legare il pacco che Helmer tiene in mano. Come? Eri tu che insistevi. A me non piace sfoggiare virtù al primo momento. Rifletto e faccio poi per il meglio. Gi

Con permesso. Io devo scendere. Prego, prego. Via Giovanni. GIULIA, HELMER e NENNELE. NENNELE prende un libro sul tavolino e va a sedere nel vano della finestra. Dovevano essere compresi nella lista del Circolo. Ma la combriccola ginevrina non ne volle sapere. Lodano, ma dicono che voi siete qui da tre mesi soltanto e che potete aspettare. Aspettare! Lascierò l'arte io. Non dite cose sacrileghe.

Se potessi io. NENNELE esce senza dir parola. GIULIA e HELMER. Ho una piccola memoria per voi. Aspettate. Corre in camera sua. HELMER guarda gli studi. Con cento franchi! GIULIA torna con un ritratto, formato cabinet, in cornice d'argento, involto in carta velina, lo porge ad Helmer. Al maestro ed all'amico. Il vostro ritratto! Com'è bello. Come siete bella! E che squisita cornice.

GIULIA a Nennele. Helmer Strile. A Helmer. La figlia di mio marito. Sapete che mi hanno mandato indietro tutti gli studi? Vengo appunto per questo. Dove sono? Eccoli. Conduce Helmer presso la credenza. GIOVANNI piano a Nennele. Maestro di che? NENNELE c. s. È un pittore. Si danno di maestro fra di loro. È gi

Mi vorrebbe presentare al Goupil, il famoso negoziante parigino che è qui di passata.... È pazzo. Infatti gli ho detto di no. Peccato, perchè Helmer assicura di farmi vendere tutti i miei studi. Chiacchiere. Non so vedere che male ci sarebbe. Andresti col pap

Me lo ha detto Helmer. Li manderanno a riprendere. Vedrai. Dispone gli studi sulla credenza. Se credi che mi rincresca. Ecco alla prima apparenza di un insuccesso non hai più fede in me. Ma non ne ho mai avuta. E ringrazio il Signore che non sei un'artista. Ah è così? Allora capirai che devo riprendere le mie attribuzioni. Sono tua moglie. Tocca a me il governo della casa. Riprendere?

HELMER con lieve imbarazzo. Un mio compaesano. Un grande amatore d'arte. Ah! Ah! HELMER piano a Giulia. Non vi si vede più. Sono venuto due mattine laggiù! GIULIA c. s. È stata lei. A Nennele. Mi fai il piacere, Nennele, di scendere dabbasso, dove tengo i miei arnesi di pittura, e di prendermi nella cassetta grande dei colori, quella tavoletta che ci troverai appena abbozzata? Bada che è fresca.

L'altro, il vecchio, non conta, ha una tecnica discreta, ma davanti al vero vede solamente quello che c'è. Non penetra, non sa estrarre. Mostrando la sua pittura. Guardami quel cielo, di' tu se l'aria non trema. Pensare che a Milano dipingevo come un'educanda! Non sono ancora della forza di Helmer, no, ma sento di poterci arrivare. Me l'ha assicurato lui.

Come v'inquadra bene il candore freddo dell'argento. Una gentile cosa. Grazie. Le bacia le mani. Incartate presto e mettete via.... presto che quella non veda. Avviluppa il ritratto nella carta velina. Helmer lo intasca. Da otto giorni esce sempre con me, mi accompagna da per tutto. Vi ho veduto l'altra mattina, volevo scendere, ma.... ci veniva anche lei! Una vita!

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