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Aggiornato: 7 giugno 2025
Era naturale che Aloise la richiedesse di un altro ballo, e appunto egli fece. Ma anche qui c'erano parecchie difficolt
Salgo in una carrozza, e mi lascio condurre al Colosseo. Attraverso la stupenda piazza della Colonna Traiana, piena di gente anch'essa e illuminata; passo per parecchie piccole strade; dappertutto lumi. Guardo nei caffè, nelle osterie: dappertutto soldati e popolani insieme, dappertutto grida di viva Roma e viva il nostro esercito, dappertutto canti, amplessi, grida di gioia, bandiere.
Il povero diavolo che sconta parecchie di queste sentenze, anche se rimane in vita, non è più un uomo. È un invalido. Glielo dice uno che studia l'ambiente da qualche anno. La seconda infrazione al regolamento aggiunge alla dieta assassina la cella di rigore o il rigore del cubicolo o cella sotterranea, dove ero io quando avevo la camicia di forza.
Si difende da loro; lotta da prode; ma i nemici sono tanto numerosi; egli non può parare tutti i colpi; viene crivellato da parecchie ferite. Quanto gli dolgono; ma è per la patria, per la patria diletta; e finalmente riceve un gran colpo al petto. La daga gli apre una ferita grande, profonda, mortale, dalla quale sfugge abbondante il sangue e col sangue la vita.
Il principe non disse verbo ad Enrica, poichè il suo male lo accasciava: solo rispose al suo saluto con un amaro sorriso. Ma Enrica era stordita: sapea i piaceri che l'attendevano: era sicura di parecchie ore di svago, di eccitazione, di trionfo in mezzo a facili e simpatici cortigiani: non gli badò. In casa della duchessa, Enrica incontrò quella sera anche il Weill-Myot.
Quasi tutte singhiozzavano; molte avevano il grossolano fazzoletto turchino e rosso sugli occhi, parecchie, le fanciulle in ispecie, portavano in tutta la persona, i segni di una angoscia pensierosa e profonda.
Pregava, minacciava liti, si raccomandava, faceva veder le cose quattro e quattro fa otto, protestava che prima della fine dell'anno i lavori sarebbero compiuti. Voleva guadagnarsi il premio stipulato nel contratto, pel caso che la conduttura fosse allestita prima del termine fissato; non era così sciocco da lasciarsi sfuggire di mano quella bella sommetta di parecchie migliaia di lire.
E vi ci tiene in panciolle, interruppe Emilio ridendo. Eh! non ci si sta male certo... Ma ci si stava meglio quando il signor padrone era scapolo. Ah sì? Poco da fare... parecchie mancie per commissioni delicate... che ora non si fanno più. Ah! briccone! sclamò Emilio con un sorriso incoraggiatore, approvatore. E poi, unendosi anche la famiglia della signora, il lavoro è cresciuto di certo.
CURZIO. Che val dir quel menar di capo e quel maravigliarsi che tu fai? A che pensi? RUFINO. Penso ch'io v'ho voluto dire una cosa parecchie volte e sempre mi è uscita di mente. CURZIO. Qualche bugia deve essere, però. RUFINO. O bugia o veritá, io vel vo' dire. Io mi sono giá imbattuto doi volte in una giovane che tutta a madonna Fulvia vostra si rassomeglia. CURZIO. E dove l'hai tu incontrata?
Ma il vecchio Dio favorisce palesemente le giuste aspirazioni; sicché, dopo parecchie ricerche, spero di aver trovato un documento meridiano definitivo ed inconfutabile della odierna bestialit
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