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Aggiornato: 19 maggio 2025


27 Come quel figlio di Vulcan, che venne fuor de la polve senza madre in vita, e Pallade nutrir fe' con solenne cura d'Aglauro, al veder troppo ardita, sedendo, ascosi i brutti piedi tenne su la quadriga da lui prima ordita; così quelle tre giovani le cose secrete lor tenean, sedendo, ascose.

Di bei trapunti e di riccami, quanto mai ne sapesse Pallade, sapea. Vedila andare, odine il suono e 'l canto: celeste e non mortal cosa parea. E in modo all'arti liberali attese, che, quanto il padre, o poco men n'intese. 19 Con grande ingegno, e non minor bellezza che fatta l'avria amabil fin ai sassi, era giunto un amore, una dolcezza, che par ch'a rimembrarne il cor mi passi.

Ora io non so circa a che tu dubiti del volare per l'aria; non essendo egli differenza nessuna, o vadasi sopra una saetta, o sopra un desco, o veramente sopra una capra, pure che si vada come il vento; perciocchè non si trova scritto in che modo e come fusseno portati Pittagora ed Empedocle, o se dal carro di duoi cavalli, o di quattro, o dal cavallo pegaseo, o da dragoni, o da cigni per imitare o Venere, o Medea, o piuttosto Circe sopra il carro tirato da duoi serpenti, o a guisa di Cibele condotta da leoni, o a simiglianza di Bacco tirato dai lupi cerveri; o veramente piuttosto come Trittolemo volando or sopra l'Europa, or sopra l'Asia seminare quegli la filosofia come questi le biade, ognuno di loro ingannato da Pallade, cioè dalla astuzia del demonio.

Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d'i Giganti sparte. Vedea Nembrot a pie` del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che 'n Sennaar con lui superbi fuoro. O Niobe`, con che occhi dolenti vedea io te segnata in su la strada, tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!

La descrizione della morte di Camilla e la tragica fine di Evandro, figlio di Pallade, sono ciò che di più bello Virgilio abbia scritto. E' qui che bisogna leggere: i melodiosi versi dell'Eneide sulla campagna romana, per gustarne completamente la magica bellezza. La poesia di Virgilio è improntata di quella stessa pura e maestosa belt

Del quale oltraggio non possendosi vendicare di Nettuno Pallade, perchè, come ella, era Idio, di Medusa cotal vendetta ne fece, che ciascuno suo capello per sua fattura in serpente divenne e che chi la vedea diventava di pietra.

Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d'i Giganti sparte. Vedea Nembrot a pie` del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che 'n Sennaar con lui superbi fuoro. O Niobe`, con che occhi dolenti vedea io te segnata in su la strada, tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!

Vedëa Brïareo fitto dal telo celestïal giacer, da l’altra parte, grave a la terra per lo mortal gelo. Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d’i Giganti sparte. Vedea Nembròt a piè del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che ’n Senna

Vedëa Brïareo fitto dal telo celestïal giacer, da l’altra parte, grave a la terra per lo mortal gelo. Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d’i Giganti sparte. Vedea Nembròt a piè del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che ’n Senna

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