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Aggiornato: 28 maggio 2025


Chiamo il servitore, e lo interrogo. Voglio sapere chi sia quel signore, che è venuto a cercare il mio ospite, ed è uscito da casa mia brontolando.

Fiordispina, la mia figliuola! disse il signor Francesco, presentando l'ultima venuta al suo ospite. Gino fece una gran riverenza. E quantunque fosse colto da un senso di maraviglia, non potè astenersi dal fare una delle sue solite osservazioni. Egli osservò, infatti, che i nomi lassù erano tutti presi dai classici. Il nome di Aminta veniva dal dramma pastorale del Tasso; Fiordispina.

Una stretta di mano, ma vigorosa, fu il discorso del re della montagna, in risposta alle parole affettuose di Gino Malatesti. Ella è un amico di casa, se ne ricordi. Ahimè! disse Gino.... Che è ciò? Son sceso di grado? Perchè? domandò il re della montagna, non intendendo per l'allusione del suo ospite. Perchè, signor Francesco mio, dianzi era stato adottato per figlio.

Il conte Ugo, che non era punto ingannato da quell’infinto candore del suo ospite, si lasciò cadere su d’un seggiolone, e fissando in volto il pellegrino, proseguì il discorso in tal guisa:

Nostro cugino Ruggero Guerri; disse il signor Francesco, presentando il nuovo ospite al vecchio. Felicissimo di conoscerlo; rispose Gino, che non si sentiva neanche felice. Ma così è, lettori miei: il superlativo, entrato nell'uso del discorso, ha perduta ogni virtù di significazione.

Per tutto il tempo che il Generale si trattenne a San Dalmazio traspariva dai suoi atti una tale sicurezza, come se i pericoli non esistessero intorno a lui. Si alzava alle 6 della mattina, dormiva tranquillamente, mangiava, come al suo solito, parcamente, era calmo, spesso sorridente col suo ospite che procurava con ogni modo di mostrargli il suo rispetto e il suo amore. Prediligeva trattenersi nella terrazza attigua al salotto, e che guarda la vallata deserta. Ivi stava fumando e leggendo per molte ore i libri messi a sua disposizione dal Serafini, e più degli altri la vita di Vittorio Alfieri. Così passava tutto il tempo che non si intratteneva a parlare coll'ospite suo. Il capitano Leggero poi si aggirava continuamente per tutte le stanze della casa, escluse quelle praticate dai domestici del Serafini, quasi fosse insofferente di quella prigionia, e accorreva pronto ad ogni minimo desiderio dal suo Generale. Nei ragionamenti che faceva il Garibaldi col Serafini entravano spesso le speranze sulla liberazione della patria, ed anzi riconoscendo nel suo interlocutore un entusiasta partigiano di libert

Così pensando, sceglie cinquecento de' suoi più animosi e provati; li fa calare a tarda sera dal monte che corre alle spalle di Castelfranco e si rovescia con essi sullo steccato di Vigna Donna. Dalla marina altri ne escono in numero di forse trecento, e li comanda Barnaba Adorno, che non ha voluto abbandonare il suo ospite, poichè il giorno delle tristi prove è giunto ancora per lui.

Il quale, passandomi vicino, mi gettò all'orecchio queste parole: A domani il resto della storiella; intanto, acqua in bocca, mi raccomando. Vi pare? ho promesso e vi basti. Ecco, signor dottore, un ospite giunto da ieri al signor curato. Un grande artista, uno scrittore, che so io, un poeta di Milano, che si diverte ad andare attorno a ritrattare le montagne, sicuro; un signore di Milano.

Il maggiore Missori ed io, invitato il nostro ospite a scendere di sella, ci appartammo seco lui per chiedergli particolareggiate informazioni sullo stato delle cose.

Parola Del Giorno

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