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Aggiornato: 13 maggio 2025


Sire, non bisogna dimenticarlo: Voi non v'affratellaste col Popolo d'Italia, lo chiamaste ad affratellarsi con Voi. Sedotto dalla trista politica d'un ministro, che antepose l'arti di Lodovico il Moro alla parte di rigeneratore, Voi rifiutaste il braccio del nostro Popolo, e chiamaste, senza bisogno, in un'ora infausta, alleate ad una impresa liberatrice l'armi d'un tiranno straniero; senza bisogno, dico, perchè se voi dicevate ai Lombardo-Veneti d'insorgere subitamente, quando l'Austria era, in Italia, debole e improvvida, e vi tenevate apparecchiato a seguire, i Lombardo-Veneti riconquistavano senz'altro la terra loro fra l'Alpi e il mare, e a Voi non rimaneva, per vincer la guerra, che correre, sprezzando gli avanzi nemici appiattati nelle fortezze, sui gioghi del Tirolo e dell'Alto Veneto. In quell'ora, della quale Voi dovete ancora ammenda all'Italia, Voi perdeste i nove decimi delle forze che il Paese era presto a darvi: perdeste gli uomini e son più molti che i faccendieri non curan di dirvi i quali, come noi, non adorano ciecamente l'idolo della forza, e non sagrificano a una menzogna la loro coscienza; perdeste tutti coloro che, davanti all'immenso apparato di guerra regolare, dissero a stessi: non hanno bisogno di noi; perdeste il Popolo, che sentì la diffidenza e pensò: il re non ci vuole; perdeste la consacrazione del santo entusiasmo, dell'ire sante, delle sante audacie che creano la vittoria; perdeste l'ajuto onnipotente della Rivoluzione, senza la quale non si fonda, in Italia, Unit

Benedisse coll'aspersorio dell'acqua santa il letto e gli astanti all'intorno inginocchiati; poi allungando la destra sopra il morente vecchio, il prete proferiva le parole del rito: «O Dio, Padre onnipotente!

Forse ve gli inducea la vicinanza che de' Franceschi avean continuamente, che quivi allor reggean la sacra stanza dove in carne abitò Dio onnipotente; ch'ora i superbi e miseri cristiani, con biasmi lor, lasciano in man de' cani.

«Questo non ignorava, e però senza speranza vi amava, senza speranza i miei interni tormenti vi apriva. È vero che amore può molto più che noi non possiamo; ma è vero ben anco, che occorrono distanze a percorrere impossibili; e voi, orgogliosi, balzati dalla ingiustizia o dal caso sui troni della terra, stimate avere onnipotente impero sopra le anime immortali. Miserabili! e non sapete che l'anima ha tali ferite, che nessuna potenza al mondo vale a sanare! Dovrei forse accusarti di presunzione, per avere voluto conoscere un male che non istava in tuo potere di volgere a bene, e farti sentire che sei polvere.... coronata , ma polvere? No: valgati l'animo cortese, e la lusinga del potere che troppo ti fa baldanzosa, e più valgati trovarmi io disposto da gran tempo alla morte, e disperato affatto. Pareami morire con un peso sull'anima tenendo celato il mio amore; ora, poichè l'ho potuto svelare, parmi che poser

Il suo canto è onnipotente! Ecco navi spuntare sul lontano orizzonte; sono desse, sono desse. Il suo canto, il suo divin canto le ha attirate. Fa annunziare all'esercito, al popolo, che le navi stanno per entrare nel porto; che si far

Sorrise con scherno. I credenti asseriscono che Gesù è Dio e Figlio di Dio, onnisciente ed onnipotente, e che diventa presente nell'Ostia. Ma se davvero è l

Obliata la madre, la notte, la casa, essa era felice e superba della propria audacia; il palazzo le sembrava immenso, ma sicuro, e quel braccio attorno al collo era il segno d'una protezione quasi onnipotente. Le tornava l'imagine di Filippo più forte, più audace, più fidato di chiunque al mondo, e ne fremeva di piacere. Qui? ella domandò sottovoce.

Tali parole elettrizzarono la sala e ridussero a nulla ogni resistenza. La voce ferma e sonora dell'oratore popolano sembrava l'eco della voce onnipotente della moltitudine.

Il contr'ammiraglio Banderuola era dunque, poco più, poco meno, ciò che dev'essere un ufficiale imperiale o regio; cioè: Onnipotente a bordo della sua nave, ma umile servitore del padrone e pronto a bombardare la casa natía con dentro il padre e la madre, al comando di quello.

Ora la marchesa di G..., cui don Marco aveva raccomandato Giuliano, sin dal primo anno della sua andata a Torino; era di quei tempi, dama d'altissimo conto, in corte ai reali di Sardegna. Nelle due valli della Bormida, la si stimava onnipotente: e perchè vi veniva ogni anno a villeggiare, ora in quello ora in questo de' suoi molti poderi, conosceva per quei borghi i primi casati.

Parola Del Giorno

all'albino

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