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Aggiornato: 17 luglio 2025
Queste cose dicevamo, in termini assai più miti e meno assoluti, agli avversi; e aggiungevamo: «tra le opinioni nostre e la vostra, avremo giudice supremo il paese: noi non abbiamo desiderio di costringere il paese ad accettarle, nè potenza per farlo; il primo giorno dell'insurrezione vedr
A questa terribile sentenza la contessa Matilde si alza, e voltasi al pontefice: Santo padre, supplica, se è lecito impetrar grazia pel nostro cugino Enrico, noi siam quella che lo facciamo, se pur pregio ebbero mai dinanzi agli occhi vostri le poche opere nostre a pro della Chiesa. Enrico è giovane, corrotto da perfidi consiglieri, ma l'anima ha gentile e da generosi pensieri non aliena.
Voi combattevate, o Gino, e la fanciulla dei Guerri pregava. Così, sui portali marmorei delle nostre citt
E quando, a fianco delle nostre grandezze, vediamo i segni di un modesto costume che ha trionfato dei secoli, non ci lagniamo di quel modesto costume; è grandezza anche quella, e si chiama costanza. Una notte dell'anno scorso, avevo fatto tardi per le strade di Roma. Tornavo a passi lenti verso casa, in compagnia d'un amico, che doveva fare il medesimo tratto di strada, ma per andare più oltre.
Debba orare con condiczione: se questo ministro ha decto quel che debba dire, credo veramente che tu sia Cristo Figliuolo di Dio vivo, dato a me in cibo dal fuoco della tua inextimabile caritá, e in memoria della tua dolcissima passione e del grande benefizio del Sangue, il quale spandesti con tanto fuoco d'amore per lavare le nostre iniquitá.
Quel nostro parlar così forte, que’ baci, e l’incompostezza delle nostre maniere, disturbavano la pace del religioso negozio; il suo proprietario ci squadrava di sopra gli occhiali a stanghetta, brontolando non so quali parole, tra la barba irsuta e malvagia come quella d’un Fariseo.
E potendo vendetta arditamente gridar da' monti, e piaghe, e mille prede, mercè sola e pietate a te richiede, di comune voler, pietosamente. O sanator de le ferite nostre, mira la velenosa e cruda rabbia, che 'l sangue giusto, ingiustamente sugge. Così tosto avverr
Bruto, quelli che udirono le nostre lezioni volevi dire; io ritengo che niente vi sia di nuovo sotto il sole, e che i favori e le fortune siano per i furbi e per gl'impostori. Massime da scolpirsi in bronzo, ma in caratteri di geroglifici, perchè i posteri non apprendano a metter giudizio.
«Parla son qui a posta! s'affrettò a dire il frate accostiamoci alla finestra, e parla: che hai, che ti hanno fatto? io sono un umile consigliere, un povero mortale, ma alle volte Dio si compiace in noi, e parla colle nostre labbra.
Parola Del Giorno
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