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Aggiornato: 20 luglio 2025
In quanto al signor Niso... Il signor Niso lo salutava sempre, ma poi se ne scusava, sospirando, colla moglie, che non voleva vergogna! e lo strapazzava per quella sua debolezza. Invece don Vincenzo soffriva una gran paura del Frascolini, e quando usciva dalla canonica, faceva sbirciare dal nonzolo se lo scorgeva sulla piazza, e se c'era, sgattaiolava dalla porticina di dietro.
A Santo Fiore, in questo frattempo, era successo un fatto molto importante: nientemeno che la signora Veronica e la bella Ottavia... erano rimaste incinte tutte e due, con grande contentezza e meraviglia del signor Domenico e del signor Niso, ai quali le rispettive consorti non avevano mai concesso un tanto onore.
Alla qual cosa fare Niso si profferse, e ingegnavasi di farlo occultamente da Eurialo; percioché conosceva il pericolo esser grande, ed Eurialo ancora un garzone, ed egli nol voleva mettere a quel pericolo. Ma non seppe sí fare che Eurialo nol sentisse; per la qual cosa convenne che Eurialo andasse con lui.
«Eurialo, Turno e Niso di ferute». Eurialo e Niso furono due giovani troiani, li quali in Italia aveano seguito Enea.
Questa risoluzione tornava sicuramente a grande onore dell’amicizia. Si era detto, nei tempi antichi, Damone e Pizia, Niso ed Eurialo, Oreste e Pilade; si sarebbe detto, nei tempi moderni, Cosma e Damiano. È sempre bene che certi tipi, belli ma antiquati, si rinnovino, in quella stessa guisa che si rinfrescano i vecchi dipinti.
Ma che vuol dire tutto questo sfoggio di erudizione? dimandò egli. Vuol dire che a' tempi nostri non ci sono più amici. Non mi dite di no; non parlo per voi, Salvani, che vedo così di rado, e non ne so veramente il perchè; parlo pel signor Aloise di Montalto, giovine biondo e infido, Niso che s'infischia d'Eurialo, Damone che manda Pizia a quel paese, Oreste che.... Non ridete Salvani!
Guardava dall'alto al basso la sindachessa, con certe occhiate tra la sfida e la compassione, e, guardandola, allargava con le dita gli orli del busto, sempre troppo stretto per contenere le dovizie del seno, che coll'altalena della respirazione faceva soffrire il mal di mare alla fotografia del signor Niso, che luccicava, legata in oro, sulle carni fresche e rosee della sposona.
Niso ed Eurialo nel Lazio, Damone e Pizia a Siracusa, Oreste e Pilade in Grecia, Castore e Polluce in cielo.... Mitologia, tempi eroici, bellissime cose! Ma di presente tutto è mutato! Lorenzo Salvani sorrideva sempre. Il sorriso era stampato, Siam per dire, sulle sue labbra, a dissimulare l'interno affanno, come dissimula il volto una maschera di carnevale.
L'arguta allusione del giovinotto accennava alla comparsa del Pietrasanta alle falde del prato. Poco dianzi s'era udito rumore d'una carrozza dall'altro lato del palazzo, ed era il landau del nostro Eurialo, che veniva in traccia di Niso. Il Pietrasanta si avanzò spigliatamente sul prato, alla volta degli alberi, e col cappello tra mani, il sorriso sulle labbra, corse ad ossequiare la marchesa Ginevra e le altre due dame; dopo di che si volse a salutare i cavalieri, stringendo la mano ai più intrinseci, e da ultimo si sedette accanto ad Aloise, col quale gi
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