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Aggiornato: 9 giugno 2025


Che storia è questa? diss'egli. Forse un avanzo dell'antica mitologia? Non saprei dirle, signor conte; rispose Don Pietro. Si dice la Ninfa, e potrebbe dirsi la Fata, la Sirena, l'Ondina, od altro di consimile, perchè son tutte forme diaboliche della stessa famiglia. Ma c'è una leggenda? riprese Gino.

Terenzio Spazzòli ha incominciato un discorso di rowing-club e di swimming-club, e lei è tutta intenta alle belle imprese del mare, da quella gran vogatrice, da quella gran nuotatrice che è. Galatea, ninfa marina! A Viareggio, dov'ella ha passata l'estate scorsa, ne sanno qualche cosa: nessuna di quelle Nereidi era più intrepida e più valente di lei.

Ninfa, di cui per boschi, o fonti, o prati, non vide mai più bella alcun pastore ver di Diana e de le Muse onore, cui più inchinano sempre i più pregiati: così siano a Damon men feri i fati gli renda mai Filli il dato core; e ella arda per lui di santo amore più ch'altri fosser mai lieti e beati: com'alma esser non può cruda e vile, la quale essendo veramente amata non ami un cor gentil gi

La ninfa pudica non vorria essere la prima a far sapere della propria attrazione magnetica verso il Pittore, per cui Alfredo, che istintivamente ha compreso, si slancia pel primo, e speriamo che si vada a finir bene.

L'unica noia un po' grossa era quella di mettere in ordine le carte, che ingombravano il tavolino e i cassetti del conte. Sul tavolino, per esempio, c'erano alcuni fogli pieni di versi e di cancellature; il principio di una ballata, che portava un bel titolo, scritto a grossi caratteri: La Ninfa del Lago. Che? disse Aminta. Scrivevi dei versi?

Lasciamo che la barca ritorni indietro, rasentando la scogliera, e seguiamo i due giovani. Gino aveva presa la fanciulla per mano e la conduceva di sasso in sasso fino al piede della balza. La ninfa del lago era l

Giungemmo col sole alto alla vetta del monte, e dopo una breve fermata scendemmo a visitare i laghi. Quello della Ninfa mi piacque moltissimo, forse perchè aveva una leggenda, che il capo della scorta ci raccontò.

A S. Ninfa avviene di meglio: in seguito a precedenti tumulti, che minacciavano di rinnovarsi, molti soci del Fascio si mettono a guardia del municipio e impediscono che i tumultuanti vi penetrino.

R egnar di se medemo e suo giá farsi O h chi potrá giammai sotto 'l tuo giovo? N iun, o se pur gli è, non sa trovarsi. I o quella via, quest'altra cerco e provo, M a che mi val? tu mi travolvi e giri A l'aspro tuo voler, schermo i' trovo. H aggia chi piú s'allunga piú d'affanno. I o piansi giá molt'anni sotto 'l nume E rrando d'una ninfa, onde, per pace R ecarmi, mi privai del suo bel lume.

Sembra un po' strano che le due donne, Anna e Bianca-Maria, non leggano altro all'infuori dell'Antigone durante la monotonia delle lunghe giornate d'ozio; e che Anna, la cieca, racconti alla nutrice la favola della ninfa Io; eppure reca meraviglia che il poeta abbia ceduto un momento alle lusinghe della verosimiglianza facendo addormentare la vecchia a quel racconto.

Parola Del Giorno

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