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Aggiornato: 11 maggio 2025


Sempre inginocchiati, si presero per mano e recitarono il rosario: Elisenda sospirava Kirie Eleison, Estebano rispondeva Christe Eleison, e le grane delle avemarie scorrevano lievi lievi fra le dita tiepidamente intralciate. Quand'ebbero finito, Estebano intuonò: Veni de Libano, sponsa mea, veni, e nel suo canto s'udivano le vibrazioni dei sorrisi e delle lagrime.

Ed ecco piangere e cantar s’udìe ‘Labïa mëa, Domine’ per modo tal, che diletto e doglia parturìe. «O dolce padre, che è quel ch’i’ odo?», comincia’ io; ed elli: «Ombre che vanno forse di lor dover solvendo il nodo». come i peregrin pensosi fanno, giugnendo per cammin gente non nota, che si volgono ad essa e non restanno,

E l'ira tua mertai per tanto errore: Ma gl'indelebili anni che passaro Ritesser non m'è dato, o mio Signore! Presentarti non posso altro riparo Che duolo e preci e nel divo sangue, Di cui non fosti sulla terra avaro Per chiunque a' tuoi piè pentito langue. Et anima mea illi vivet. D'uopo ho d'amarti, e d'uopo ho che tu m'ami, O tu che per amar mi desti un cuore!

Frustra, Galle, cupis, frustra es frustator, Ibere, Frustra sæva, Ferox Insuber, arena capis. Vinco ego dum vincor, par est victoria damni, Sumque eadem domina servaque facta mea.

Com'io nel quinto giro fui dischiuso, vidi gente per esso che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso. 'Adhaesit pavimento anima mea' sentia dir lor con si` alti sospiri, che la parola a pena s'intendea. <<O eletti di Dio, li cui soffriri e giustizia e speranza fa men duri, drizzate noi verso li alti saliri>>.

Ed ogni settimana si confessa, e a dir «mea culpa» si facea sentire; massime quando avea l'assoluzione, mette sospir ch'assordan le persone. Quando giurare a qualchedun volea, acciò credesse le bugie la gente: Per quella santa confession dicea che feci stamattina indegnamente.

Mea culpa, prosegue il Farinaccio forte percuotendosi del pugno chiuso il petto; mea culpa, mea maxima culpa. Dio ha voluto umiliarmi. Dio ha voluto mandarmi causa di piangere, finchè, come a San Pietro, le lacrime non mi abbiano fatto il solco per le guance. Il senno dell'uomo presuntuoso della sua scienza, a paragone dello intelletto di amore della vergine è stato rinvenuto insania, e laccio di morte, Io fui quegli, Santit

Com’ io nel quinto giro fui dischiuso, vidi gente per esso che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso. ‘Adhaesit pavimento anima mea’ sentia dir lor con alti sospiri, che la parola a pena s’intendea. «O eletti di Dio, li cui soffriri e giustizia e speranza fa men duri, drizzate noi verso li alti saliri».

Domine, labia mea aperies.... Senti? all'osteria di Bartolomeo, c'è un arrostino d'abbacchio.... Sta zitto, se no pianto il morto.... ut aedificentur muri Jerusalem.... Requiem aeternam! Va a morì ammazzato! Il chellerino.

Ed ecco piangere e cantar s'udie 'Labia mea, Domine' per modo tal, che diletto e doglia parturie. <<O dolce padre, che e` quel ch'i' odo?>>, comincia' io; ed elli: <<Ombre che vanno forse di lor dover solvendo il nodo>>. Si` come i peregrin pensosi fanno, giugnendo per cammin gente non nota, che si volgono ad essa e non restanno,

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