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Aggiornato: 16 maggio 2025


Fausta di Montegalda conobbe in quei giorni molte amarezze; Filippo era irascibile e pareva che il fasto e l'eleganza della giovane signora lo irritassero, quando per l'addietro gli erano stati tanto cari.

Fausta di Montegalda, la quale ancora non poteva persuadersi che «quella stracciona» fosse una rivale, s'era involontariamente prestata a diffondere la leggenda. La ragazza si faceva chiamare Loredana e prendeva un bagno nel latte ogni mattina; mangiava fragole tutto l'anno, e il povero Flopi spendeva un patrimonio per procurargliele durante la stagione invernale.

Dunque un viaggio, tu dici? riprese Filippo, fermandosi un'altra volta davanti al vecchio amico. Io aveva pensato di passar l'inverno a Roma.... No, no, un viaggio. A Roma si sa tutto, come a Venezia; figùrati se la Montegalda, la Fioresi, e venti altre, se di Spinea e lo stesso Candriani non hanno scritto agli amici di laggiù! E ciascuno a modo suo. Come sta Berto? domando Filippo.

Eh, ridi, ridi fin che vuoi, ma la Montegalda dice giusto! esclamò Roberto. Dice che, alla fin fine, nessuno sa chi sia quella tua pupattola, e che potrebbe aver fatto con altri quel che ha fatto con te.... Chi ne sa niente, chi la conosce! Povero zio Roberto! mormorò Filippo. Va da una donna a chiedere informazioni di questo genere!

La fanciulla chinò il capo e non rispose. Una sofferenza nuova sorgeva nel suo cuore per quell'interrogatorio. Aveva qualche diritto, Filippo? E allora anche lei aveva qualche diritto, e pur tuttavia Filippo le aveva sempre taciuto, anzi le aveva sempre negato quell'amore per la contessa di Montegalda, del quale si parlava ormai con sicurezza in citt

C'era il marito, il conte Ettore di Montegalda, e Filippo non potè subito dire a Fausta qualche parola crudele; ma non gliene mancò l'occasione durante la serata; e ripensando ai campioni delle stoffe per gli abitini di Loredana, sentì il bisogno di criticare l'abbigliamento di Fausta, con tanta ingiustizia, che la contessa ne rimase stupefatta.

E quella domanda, la quale sarebbe parsa ardita e sconveniente per un'altra fanciulla, ai due amici sembrò così naturale, che si stupirono di non aver mai parlato d'un argomento che si prestava a tante confidenze. No, non ho amanti, rispose Filippo. Loredana si mise a ridere. Neanche la contessa Fausta di Montegalda? domandò maliziosamente, e soggiunse: Fausta! Che bel nome!

Tu devi darti all'agricoltura, e sappiamo che studi accanitamente per distinguere una patata da una barbabietola. Un'austriaca da un'americana, corresse Fausta di Montegalda. Gi

Per la Montegalda, per la Montegalda! gridò Filippo. Gi

Toccato! pensò Filippo. Quindi rispose: No! Eppure, si ricorda quella sera che andai alla Fenice l'inverno scorso, con la mamma e gli zii? Lei era nel palco della Montegalda, che aveva un così bel diadema di brillanti sui capelli neri; e qualcuno mi disse che lei era innamorato della contessa. Io guardai attentamente e capii che avevano ragione.

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