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Aggiornato: 18 giugno 2025
I Francesi cominciavano a partire da Roma. Il 6 dicembre il generale Montebello insieme coi suoi ufficiali venne a prendere congedo in Vaticano. La scena fu solenne. Il Papa appariva grave e dolce di aspetto. Il discorso del generale, o, meglio, del suo Imperatore, e la risposta del Papa hanno un valore storico, perchè rispecchiano nettamente la situazione .
I giudici, uscendo di carica, si trovarono consolatissimi d'avere, per la pubblica sicurezza, lavorato tanto, colla soddisfazione d'essere pur riusciti a scoprire i traditori del paese e castigarli. Più soddisfatto rimase il capitano Lucio, il quale da un viglietto di Luchino si trovò assegnato per residenza il palazzo dei Pusterla alla Balla, e conceduto ad uso il delizioso podere di Montebello, salvo ad accordargliene la propriet
Che se taluno ardiva avvicinarli, sporgeva senza far motto il veglio la tessera dolente, ed ognuno commiserando a Girani, ossequioso sgombrava loro il passo e accennava la via che menava al campo. Avea l'oste franca posti gli accampamenti nelle pianure su cui domina Montebello, ed ivi sapendo vicino il nemico, teneasi ognora presta alla difesa.
Come ufficiale di cavalleria, aveva preso parte al combattimento di Montebello, che viene giudicato dai tecnici il primo scontro importante del 1859; e terribile, perchè secondo alcuni autori, met
Era la Marcellina con altre donne e col padre sempre nel campo, e solo si ritraeva a Montebello, allorchè l'esercizio militare richiamava nel bivacco la quiete. Essa provvedeva i cibi al suo amico ed al Colonnello di lui, e talora presentò lo stesso Generale col fresco latte delle sue capre che a Nebiolo iva a spremere il padre, e un dì gli offrì di quello stesso squisito cibo che gi
I Calabresi dovevano presidiare la cittadella e i duecento infestare i regii lungo il semicerchio della via consolare alla marina da Amendolio a Melito, a Montebello, a Motta San Giovanni: centro San Lorenzo. Il nemico, custode della costa, s'accinse alle offese, e di tal forma la bisogna procedeva letteralmente secondo le nostre intenzioni.
Alle ore sei e mezzo il nemico era in rotta precipitosa verso Casteggio, inseguito alle reni per buon tratto di via. La vittoria di Montebello, nella quale la 1ª divisione comandata dal prode generale Forey si copriva di gloria, inaugurava brillantemente la campagna che doveva procedere di vittoria in vittoria.
Intanto giunsero al generale Forey i desiderati rinforzi del resto della sua divisione. Il combattimento si fece sempre più accanito da ogni parte; il generale Forey ordinò al brigadiere Beuret un supremo attacco alla baionetta; gli austriaci non resistendo all'urto sono obbligati a cedere terreno; si arrestano, però, al Cimitero di Montebello del quale fanno la loro estrema base di difesa.
Le parole di Garibaldi caddero come stille roventi nell'animo degli accorsi al suo invito, ma a pochi bastò il cuore e la forza di ascoltare il suo appello. Non furono più di duecento quelli disposti a seguirlo. Allo scoccar della mezzanotte, preceduto da tre guide paesane, per un unico sentiero di montagna, scendeva il Titano; guizzando tra le scolte nemiche, traversava la Marecchia, passava Montebello; e camminando tutta la giornata verso le 10 di sera del 1º agosto penetrava in Cesenatico. Non perdette tempo; fatti prigionieri i Carabinieri e i pochi soldati austriaci col
Il duca di Montebello rispose il 18 luglio colla Nota la più minacciosamente oltraggiosa possibile. Invocava, esigeva un sistema di mezzi coercitivi a danno degli esuli e annunziava che se la Svizzera non ponesse fine a ogni tolleranza contro gli incorreggibili nemici del riposo dei governi, la Francia provvederebbe da sè.
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