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Aggiornato: 17 maggio 2025


Mentre avvenivano questi fatti, gli austriaci in grandi masse, comandati dall'Arciduca Carlo, dalle alture di Montebello dimostravano, coi loro movimenti del 19 maggio proseguiti il 20, essere loro intenzione di stringere in un cerchio di ferro e di fuoco la divisione dell'esercito francese, comandata dal generale Forey, prima che fosse riunita ed in ordine di battaglia; bisognava ad ogni costo arrestare il movimento girante delle grandi masse nemiche.

Il generale Forey vi si preparò arditamente, ordinando al colonnello Cambriels di riunire quanti più uomini può della sua divisione in marcia, e con questo piccolo numero di valorosi, elettrizzati dall'ardente coraggio del generale e del loro colonnello, con audacia senza pari si slanciò contro il nemico tre volte superiore di numero, lo arrestò e gli tenne testa.

Intanto giunsero al generale Forey i desiderati rinforzi del resto della sua divisione. Il combattimento si fece sempre più accanito da ogni parte; il generale Forey ordinò al brigadiere Beuret un supremo attacco alla baionetta; gli austriaci non resistendo all'urto sono obbligati a cedere terreno; si arrestano, però, al Cimitero di Montebello del quale fanno la loro estrema base di difesa.

Alle ore sei e mezzo il nemico era in rotta precipitosa verso Casteggio, inseguito alle reni per buon tratto di via. La vittoria di Montebello, nella quale la divisione comandata dal prode generale Forey si copriva di gloria, inaugurava brillantemente la campagna che doveva procedere di vittoria in vittoria.

Bisognava sloggiare il nemico da quell'ultimo formidabile riparo; ancora uno sforzo: e, gridando ai suoi bravi soldati: « Allens, mes enfants, arrachons a l'ennemi son dernier abrì! Suivez votre generale». Il valoroso Forey si slanciò alla testa dei suoi contro la posizione nemica.

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