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Aggiornato: 21 giugno 2025


«Guarda, Monforte, quanto t'era meglio avere Italia senza colpo ferire! guai a te, se i suoi guerrieri combattessero tuttiesclama il feritore, e lo incalza.

«Da vero, Raulparlò sorridendo Monforte al suo scudiero «il Cavaliere che hai ucciso era prode uomo, meritava morire a tradimento; nondimeno ben per te, chè uomo spento non fa guerra, e odore di nemico morto manda odore di rosaCiò detto, gli spinse sopra il cavallo, che meno tristo del suo signore sdegnò calpestarlo. Stolto! e non sapeva che i cieli gli destinavano morte mille volte più miserabile. È da credersi che la Provvidenza la quale fece morire Simone Monforte suo bisavo di un sasso nel capo all'assedio di Tolosa, Almerico suo avo di una saetta nel ventre sotto Tolemaide, e Simone suo padre di onorate ferite sostenendo la libert

Carlo parve sdegnato, e negò assoluto: insistendo il Monforte, lasciava piegarsi, e rispondeva: «Fa, cugino, quello che vuoi; ma guarda che sia degno di portarle: certo egli è un molto terribile cavaliere

Ora San Domenico, sovvenuto dal Conte Simone da Monforte, scorre i contadi di Tolosa, Albi, Carcassona ed incendia Beziers; finalmente, seguendo il suo cammino, cade in potere degli Albigesi, i quali gli domandano se tema la morte: «Io temere la morterispondeva il Santo «io temere la morte per la fede, per la gloria di Cristo, e della Santa Chiesa romana? Non mi uccidete a un tratto, vi prego, ma a poco a poco mutilate ciascheduno dei miei membri, e mostrateli ai miei occhi; poi strappate anche questi, e lasciate così il mio corpo, in mille parti piagato, rotolarsi dentro il suo sangue, finchè giunga il punto della morteGli Albigesi lo lasciarono in libert

Il Monforte accigliato non diceva parola; Lebrun chiudendo il libro si volse verso di lui, o disse: «Sapete, Conte, quello che dice il proverbio?» «Che ho io a farmi dei vostri proverbii?» «Vi acquistereste sapienza: offendi, e spegni.» «Ho fatto il primo oggi, domani farò il secondo

«Oh se ci venisse fatto» favellava Carlo al Monforte «di chiamare il nemico in questa valle!» «Spingiamoci alla dirotta ad occupare il ponte, e....» «E il nemico scorgendo il vantaggio, non verr

L'onorato Lebrun, che quantunque il giorno innanzi offeso dal Monforte, aborriva ogni vendetta, che non fosse generosa, fu che salvò la vita al male arrivato Conte.

Allora il Cavaliere vittorioso, voltate le spalle, si mette a fuggire: il Monforte, sorpreso del caso, si guarda attorno, e si vede su l'orlo della fossa: tu non lo avresti fatto, gli rimprovera la voce della coscienza: disperato di vincere la prova, torna a combattere per morire onoratamente.

Il Monforte, considerando quella smoderata vivezza della Contessa, scotendo la testa sorrise a fior di labbra, e disse a voce bassa: «Ella è valente donna, ma donnaBeatrice divertita da altra cura, punto badando se l'avesse, o no, ringraziata Rogiero, fece recare il danaro, lo numerò, e lo dette al Corriere, affinchè lo portasse al Duera.

Cavalieri, perchè non vorrei che per me nessuna dama portasse la guancia lacrimosa.» «Se voi non volete correre il pericolo di accettare la sfida a tutta oltranzarispose il Cavaliere primo venuto «non avete che a pregarci alla presenza di queste dame, onde noi la commutiamo in primo transito.» «Sangbleugridò il Monforte» si udì mai orgoglio uguale a questo?

Parola Del Giorno

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