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Aggiornato: 29 settembre 2025
La guerra, fra le altre cose, rare volte va scompagnata dall'alzamento, anzi sconvolgimento delle monete. Cosí per le guerre civili sotto Enrico secondo e i re seguenti furono di nuovo in quel regno talmente disordinate, che bisognò negli Stati generali di Blois disputarne lungamente piú che di altro negozio che ivi si trattasse.
Ma, quando si parla di monete, se sono d'oro, s'esprime il loro valore in argento; se d'argento, s'esprime in oro, perché sono misura propria uno dell'altro.
E lo stesso viceversa succede dell'argento, quando in alcun paese viene valutato piú del suo dovere. E vi sono pur troppo mercanti de' piú danarosi in tutta l'Italia, che, sebbene s'impiegano apparentemente in altre marcanzie, tutto il grosso però del loro traffico fanno sulle monete, col quale piú presto e con piú sicurezza si fanno ricchi.
Ora le statue non si scolpiscono più nell'oro, ma nel marmo: e voi ne avrete vedute chi sa quante a ornamento delle piazze, dei palazzi e delle chiese. Con l'oro si coniano le monete da cinque, da dieci, da venti, da cinquanta e da cento lire. Vi auguro di possederne un giorno molte di queste monete; e sapete perchè?
Raccolse in fretta le poche monete che aveva innanzi a sè, le cacciò in tasca, e col passo pesante seguì il servo in una camera attigua.
L'una e l'altra, per mia fé, moneta molto grossa e di peso: se però non è equivoco nell'uno e nell'altro luogo; e quel nome di «buoi» in Omero non è piú tosto il nome delle monete istesse di Teseo, che de' buoi portavano l'impronta, come la pecora nelle romane effigiata dicessimo: onde le leggi imponessero la pena di tante pecore, volendo dire di tante monete coll'impronto della pecora; come oggidí si dicono «cavallotti» certe monete lombarde coll'impronto d'un cavallo, e con piú nobile uso sentiamo chiamar «luigi», «filippi», «carlini», «giuli», «paoli», «mocenighi», ecc., varie monete dal nome de' loro principi: costume che fu pur anco de' greci e degli asiatici, che «filippi» e «dari», dal nome di Filippo di Macedonia e di Dario re di Persia alcune monete nominarono.
E, quanto a me, s'io mi trovassi avere alcuna quantitá d'oro o d'argento, e che vi fossero aperte le zeche con tali concessioni, non mi parerebbe cosa grave e non vi farei difficultade alcuna ridurli in monete a spese mie sotto questi ordini; prima per mio servigio, e poi perché esse si potrebbono spendere e sarebbono accettate per sempre da ogni persona e da me in tutti i luoghi, senza danno o perdita alcuna; oltre che, nel fare i pagamenti si conoscerebbono in un istante i valori alle monete dati, le leghe o finezze, e quante monete di un medesimo valore e lega n'andassero alla libra; e ciò per cagion dell'inscrizione delle note su esse fatta.
A chi non considerava con occhio ben penetrante la qualitá di quest'ultima condizione e rifletteva solo in genere che, volendo far monete cosí minute d'argento, v'andava maggiore spesa che non va a batter filippi, mentre un filippo veniva diviso in molte monete, e' non pareva gran cosa 4 per 100, e maggiormente al riscontro del danno che egli assumeva sulla moneta bassa e su le 200 mila doppie, nelle quali li soli 6 grani per doppia par che montino piú di 4 per 100; onde poco mancò che non fosse serrato il partito, se non era la prudenza vigilantissima di que' magistrati, ed in particolare del presidente delle regie entrate, che ne commise al conte Lorenzo Taverna, allora vicario di provvisione di Milano, le riflessioni proprie.
È però d'avvertire che tutto l'oro e l'argento, che giamai, tanto in vasi o in altre cose simili quanto in ogni sorte di monete cosí antiche come moderne, fosse o sia o dovrá esser al mondo, ciascun di loro, nella sua sostanza, tutto è stato, è e sará il medesimo e d'una istessa qualitade.
Ma l'ingordigia del guadagno fece sí che la lega a poco a poco fu di tal modo abbassata, che, arrossendo ben presto di vergogna le monete, scoprirono a' turchi la frode, che da' negozianti italiani particolarmente scoperta, con nuove e giuste doglianze, al gran visir, furono affatto proibite; sebbene anch'egli ebbe poi molto che fare a contentare i soldati che militavano in Candia, co' quali non valse alcuna rimostranza, ancorché vera, del pregiudizio che portavano quelle monete, ché bisognò farne incettare a bella posta a Smirne ed altrove per dar loro le paghe, che in altra moneta non volevano.
Parola Del Giorno
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