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Di tal esodo o fuga venne persino incolpato Mazzini com'egli volesse subitanea la proclamazione nell'Agro Romano della repubblica o innanzi tutto la dichiarazione della decadenza della monarchia in Firenze; ma l'accusa è completamente falsa e contraria alla storia di quei tempi.

L'iniziativa fu presa, coll'ajuto dello straniero, dalla Monarchia: i repubblicani non ne furono capaci. Se quanti allora ciarlavano di repubblica avessero dato opera a ordinarsi, a disciplinarsi, a raccogliere mezzi, ad armarsi per fare, noi non avremmo forse oggi sulla fronte della povera Italia le vergogne di Nizza, di Lissa e Custoza e della perenne soggezione all'influenza straniera.

Il Re l'ha mandato in Cicilia. Mio padre che era un vecchio Piemontese devoto alla monarchia ed alla casa Savoia, approvò vivamente quella disposizione del Re. E l'Amalia, vedendolo sorridere, riprese fiduciosamente.

Il dopo, Carlo Alberto entrava in Milano. Com'egli recasse la capitolazione con e nondimeno promettesse difesa, e ordinasse incendî d'edificî che potevano giovare al nemico come il 4 ei giurasse per , pe' suoi figli, e pe' suoi soldati, a una deputazione della guardia nazionale, e il 5, mentre tutta Milano era un fremito di battaglia, egli e i suoi dichiarassero a un tratto la capitolazione un fatto compito come, all'udirlo, la popolazione ardesse d'immenso furore; e le minaccie al re, le scene del palazzo Greppi; le nuove promesse parlate e scritte di Carlo Alberto ch'egli, commosso dall'unanime volere del popolo, combatterebbe fino alla morte; e quasi a un tempo, la fuga segreta e codarda, con tali particolari da infamare in perpetuo la monarchia sono cose da vedersi documentate nella relazione del comitato di difesa e nel tremendo capitolo, intitolato La consegna, del libro di Cattaneo.

La Carboneria traduco qui alcune pagine ch'io scrissi per gli Inglesi nel 1839, perchè compendiano lo idee che mi s'affaccendavano nella mente allora e mi determinarono a fondare la Giovine Italia la Carboneria m'appariva come una vasta associazione liberale, nel senso attribuito a quel vocabolo in Francia sotto la monarchia di Luigi XVIII e di Carlo X, efficace a diffondere lo spirito d'emancipazione, ma condannata dall'assenza d'una fede positiva, determinata a mancare di quella potente unit

Era un solo diritto, ma su quello posava il patto. Per quello noi riducemmo fin d'allora tutto il nostro pensiero alla breve formula: fare l'Italia Una con la monarchia, senza la monarchia, contro la monarchia, se essa si ribellasse a quel fine.

Ma in Genova, quando l'11 giugno 1850, in un pubblico convito, l'avv. Brofferio avventurava parole, che a torto o ragione furono interpretate come favorevoli alla federazione e alla monarchia, un grido unanime gli rispose: Viva Roma, capitale della Repubblica Italiana! Noi non avevamo provocato l'espressione di quella tendenza; ma dovevamo raccoglierla e movere un passo innanzi.

Nullameno, la monarchia non potè diventarne più forte. Anzitutto la mancanza di principio nella sua forma le toglieva di potersi davvero impadronire di una qualunque corrente di vita. Uccisa come principio dalla grande rivoluzione francese colla proclamazione della sovranit

«Nel 1866 la rottura dell'alleanza austro-prussiana e la guerra germanica offersero alla nazione ed alla monarchia la grande, l'invocata opportunit

Fu bensì con altri patrioti condannato in contumacia alla pena di morte; ricompensa decretata dai giudici della monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele, non diversa da quella venti anni prima assegnatagli dai giudici del padre Carlo Alberto.