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Aggiornato: 8 giugno 2025
Sentiamo infatti le numerose pallottole della mitragliatrice austriaca frugare brutalmente a 2 metri sopra le nostre teste nella vegetazione buia. La Dama al Balcone la deride, la insulta a perdifiato: «Idiooota ta-ta-ta-ta-ta-ta-
Faccio fiutare al sergente il mio revolver e la mia bomba a mano, poi salto in blindata. Ho il corpo quasi tutto fuori dallo sportello aperto, il revolver in pugno. La strada sale e scende. Le prime case di Amaro. Sorpresa: una mitragliatrice spara da un bosco alto sulla destra! Contro chi spara, quella mitragliatrice austriaca? Non è austriaca.
La mia 74 ha forse un difetto; i suoi fianchi sono troppo vasti per poter anguillare e correre senza urtare nelle strade ingombre di Genova. Debbo preoccuparmi anche del suo culo di acciaio veramente poderoso armato di una mitragliatrice a guisa di pungiglione. Con mano molle, ma pronta al volante consiglio i suoi fianchi di non agganciare a destra e a sinistra tram e carrozze.
Il capitano Raby mi batte sulla spalla con queste parole inaspettate: Non posso andare ora in licenza, se vuoi andarci tu, puoi partire fra due ore. Scatto di gioia e accetto. Questa gioia mi irrita. Sento che il fascino della mitragliatrice lontana mi domina, ma dico con tono strafottente: Caro Raby, grazie. Parto perchè non temo le mitragliatrici.
Quando nella mia Battaglia di Tripoli, ho paragonato una trincea irta di baionette a un'orchestra, una mitragliatrice ad una donna fatale, ho introdotto intuitivamente una gran parte dell'universo in un breve episodio di battaglia africana. Le immagini non sono fiori da scegliere e da cogliere con parsimonia, come diceva Voltaire. Esse costituiscono il sangue stesso della poesia.
La mia mitragliatrice di cupola spara rubinettando i suoi bossoli vuoti contro il mio gomito destro. I nastri si seguono filando nelle mani sollevate di Ghiandusso. Ad un tratto, una mitragliatrice s'inceppa. Ripiglia. Poi, secondo inceppamento. Le mie due mitragliatrici tacciono. Approfitto della sosta per salire in cupola. Caccio la testa nella botola-osservatorio.
Giù Ghiandusso con me! Prendi due bombe e revolver. Tu, Locatelli, pronto alla mitragliatrice! Poi di corsa con Ghiandusso verso il sergente ungherese che segue l'ultimo carro. Tutti giù! Arrendetevi! Volta i cavalli e indietro! Il sergente, esita un attimo poi cede. Tutti gli uomini del carreggio sono disarmati. Indietro! grido. Via! Troverete a Tolmezzo la colonna di prigionieri.
Ad un tratto, io mi avanzo con una mitragliatrice in una boscaglia e sbocco in un prato. Ma, ta-ta-ta-ta-ta... due, tre mitragliatrici austriache! Ai! ai! indietro, indietro! sono troppi, siamo pochi! E il colonnello Trivulzio descrive con gesti comici questa subita ritirata buffissima di gente scottata.
«Eh sì! voi siete, piccola mitragliatrice, una donna affascinante, e sinistra, e divina, al volante di un'invisibile centocavalli, che rugge con scoppii d'impazienza. Oh! certo fra poco balzerete nel circuito della morte, verso il capitombolo fracassante o la vittoria!... Volete che io vi faccia dei madrigali pieni di grazia e di colore?
Che qualcuno di noi avesse in tasca una mitragliatrice?
Parola Del Giorno
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