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Aggiornato: 16 giugno 2025
Secondo che ci affiggono i disiri e li altri affetti, l'ombra si figura; e quest'e` la cagion di che tu miri>>. E gia` venuto a l'ultima tortura s'era per noi, e volto a la man destra, ed eravamo attenti ad altra cura. Quivi la ripa fiamma in fuor balestra, e la cornice spira fiato in suso che la reflette e via da lei sequestra;
Educatevi, istruitevi come meglio potete: non dividete mai i vostri dai fati della vostra Patria, ma affratellatevi con ogni impresa che miri a farla libera e grande: moltiplicate le vostre associazioni e inanellate in esse, dovunque è possibile, l'operajo dell'industria con quello del suolo, citt
CAPITANO. Come sai tu dunque ch'io miro te, se tu non miri me? ERASTO. Su, che vo' far questione teco. CAPITANO. Tu vòi far questione meco? ERASTO. Sí. CAPITANO. E sei deliberato cosí? ERASTO. Deliberatissimo. CAPITANO. E senza altro vòi far questione meco? ERASTO. Senz'altro. CAPITANO. Or se tu vuoi far questione, non ne vo' far io. DULONE. Padrone, datemi licenza ch'io facci questione con lui.
Ah! fe' Ahmed con sottile ironia. Non comprendi adunque dove io miri? No... Te lo dirò io. Tornò a sedersi ancor più cupo e più minaccioso di prima, saettando d'uno sguardo terribile l'infelice arabo terrorizzato. Stette alcuni istanti raccolto in sè stesso, come se meditasse, poi, con voce calma, marcando ogni parola, disse: Ti ricordi di Dhafar pasci
.... Pur, quando a la mia fronte austera e smorta Tacitamente, o madre mia, tu miri, Come in amare ricordanze assorta, Poi, timida, sospiri; Di lontane memorie una dolcezza, Di battiti segreti un’armonia, Mi spinge a ricercar la tua carezza Appassionata e pia. Ne la penombra dell’ora quïeta, Sotto il tuo caro sguardo, a te vicina, Madre, vorrei scordar che son poeta, E ritornar bambina.
Quanto piú dura a scoprirsi questo tuo amore tanto piú goderai. Dove ti volgi? parli meco e non m'ascolti, tu miri alla fenestra sua, non sei ancor sazio di mirarla? Su su, partiamoci. LAMPRIDIO. Or ora. MASTICA. Togliti i tuoi danari, che vo' far quanto ho detto. LAMPRIDIO. Lasciami salutarla; non la vedi per i buchi della gelosia? MASTICA. Come puoi tu veder tanto?
A che miri la parola mia, tu lo sai: però fanne senno, figliuolo mio, e non permettere che la paterna caritá si sfoghi al vento. So che agli uomini piace talvolta di onestare la loro inerzia con bei paroloni.
ANTIFILO. Oimè, mi trema la mano, e pare che sia paralitico. So che qui dentro non ci può esser cosa che buona sia. Leggerò pure. «Voi mi chiamate selvaggia, ingrata, disamorevole, empia tigre, crudelissima vipera e velenoso basilisco. Ma se son tigre, perché mi segui? se son vipera, perché mi servi? se basilisco, perché mi miri?
23 Vien Brandimarte, e pon la scala a' muri, e sale, e di salir altri conforta: lo seguon molti intrepidi e sicuri; che non può dubitar chi l'ha in sua scorta. Non è chi miri, o chi mirar si curi, se quella scala il gran peso comporta. Sol Brandimarte agli nimici attende; pugnando sale, e al fine un merlo prende.
14 Mentre circonda la casa silvestra, tenendo pur a terra il viso chino, per veder s'orma appare, o da man destra o da sinistra, di nuovo camino; si sente richiamar da una finestra: e leva gli occhi; e quel parlar divino gli pare udire, e par che miri il viso, che l'ha da quel che fu, tanto diviso.
Parola Del Giorno
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