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Aggiornato: 14 luglio 2025
La vaghissima Marianna Mantegna, col suo delizioso neo sul seno d’alabastro, ispirava al Meli la canzonetta Lu Neu, che contiene non innocenti arditezze: Tu filici, tu beatu 'Nzoccu si’, purrettu o neu! 'Ntra ssu pettu delicatu Oh putissi staricc’eu! 'Ntra ssi nivi ancora intatti Comu sedi, comu spicchi! Ali! lu cori gi
²⁹⁵ Meli, Riflessioni, pp. 6, 13, 15. Idee non dissimili aveva il Meli espresse nel suo poema eroicomico Don Chisciotti e Sanciu Panza: ed i seguenti versi su Giove ne sono la sintesi: Avirr
A un siciliano di buon gusto, il Meli fa l'effetto di uno che traduca alla meglio per farsi intendere da coloro che capiscono soltanto il suo dialetto. L'affermazione pare enorme; un esempio la schiarir
Onde il Meli, attempatello anche lui, improvvisava la odicina intitolata: Li Grazj. Sai, bella Veneri, Sai tu pirchì Li Grazj currinu A la Davì? Pri fari vidiri Chi ad idda sta Rendiri amabili Qualunque et
Tipico altro sonetto Contra li Giacubini, del Meli, il quale celiando schizzava veleno sopra la Francia e sopra quanti parteggiassero pei nuovi apostoli che da essa partivano e in tutta Europa si diffondevano: L’antichi
Io, come siciliano, non posso essere sospetto se non sarò pienamente d'accordo col signor Pipitone-Federico nella grande ammirazione pel Meli. Anni fa, nel Fanfulla della Domenica, osai dire che bisognerebbe tradurre il Meli in siciliano. La espressione è forse eccessiva, ma, anche dopo la lettura di questo volume, non esiterei di ripeterla.
Il giovane Sampolo, in un discorso, s’intende, tutto dialettale, avea recitato le lodi della lingua siciliana; ed il Meli, entusiasta, recitava: Viva la nostra lingua, Iddiu la guardi! Am
Lucrezia Nicodemi nell’anno successivo non ebbe per la Finta amante del Paisiello i versi di un Meli; ma portò via i regali di parecchi giovani ed il cuore di più d’un adoratore: storia vecchia, e pratica sempre nuova!
«I padri di queste infelici si reputano fortunati se al Natale di N. S. o alla Pasqua possono giungere a divider con la loro famiglia il piacere di assaggiare un po’ di carne. ²⁷⁸ Meli, Riflessioni, pp. 9-10.
⁴²³ Meli, Poesie: La Moda (4 aprile 1778).
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