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Aggiornato: 15 luglio 2025
Mastro Zanobi, intenerito, strinse fra le sue braccia il futuro suo genero. L'avete detto, rispose, l'avevo detto fin dal primo momento che vi ho veduto: ecco un giovine dabbene!
Il degno mastro Jacopo, togliendosi un'ora prima dell'usato dai suoi lavori in Duomo, andava a vedere come procedesse il ritratto, e stava l
Mastro Alessandro con la sua faccia di bronzo ruppe gl'indugi. Pareva impossibile, eppure da cotesta sua faccia traspariva una immensit
Appena egli ebbe messo il piede nel pianerottolo, una voce da basso sinistramente roca lo chiamò: Oe! mastro Alessandro... avacciatevi; prendete la mannaia, e correte a Torre di Nona, che col
Quel corre alquanto, ed indi i piedi ponta, e sale inverso il ciel, via più leggiero che 'l girifalco, a cui lieva il capello il mastro a tempo, e fa veder l'augello.
E qui bisogna dirlo ad onore di mastro Pasquale, non badando al susurro, al tramestio che facevano quelle sante madri intorno a lui, non pensando più che tanto al suo danno imminente, egli si adoperò, stiam per dire colle mani e co' piedi, a far rinvenire la giovinetta, che fino a quel punto non aveva dato segno di vita. Povera piccina! pensava egli, mentre le veniva spruzzando il viso.
Il vecchio strozziere soleva alzarsi per tempo, innanzi l’aurora, e, memore del suo primo mestiere, andava a curare i falconi, con grandissima consolazione del nuovo falconiere, il quale poteva dormir della grossa. Questa era l’unica ora del giorno che mastro Benedicite, non ricordandosi d’altro, potesse parer sano di mente. Tornato di l
Ma cotesto per l’appunto faceva venire i brividi, ogni qual volta se ne parlasse, a mastro Benedicite, lo strozziere, o falconiere che dir si voglia, dei signori di Roccam
Mastro Impicca, sazio dell'indugio, battendo il piede così, che fece sobbalzare e sonare tutto il palco, esclamò con dispetto: Ho altro a fare che dar ascolto alle tue fandonie, mascherone maledetto! Fatti da banda. In un batter d'occhio te lo spedisco, e dopo gli farai complimenti quanti vuoi»; e si accingeva a ridurre queste parole in fatti.
Mastro Pasquale, accompagnandosi con la chitarra, cominciò quel recitativo di sua invenzione, mentre lanciava un'occhiata assassina alla bella Carmela. La grossa ragazza, seduta tra due amiche con le mani nelle mani di essa, comprese, e fece il viso rosso per il piacere d'esser Filari.
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