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Aggiornato: 23 giugno 2025
Le nostre occhiate s'incrociavano spesso, si chiappavano a volo, come i lepidotteri, e allora, mentre la marchesina abbassava le ciglia sul filondente, io, tutto rimminchionito, succhiavo il pennello, come si succhierebbe un bastoncino di cioccolatte. E gli amorini salivano a lire 2,65 l'uno, come in tempi di assoluta carestia.
Ed il zuccherino di questa scatola di confetti deve essere una donnina graziosa, rotondetta, una gattina piena di vezzi, una personcina svelta sui tacchetti alti, palliduccia, con i capelli castani, gli occhi castani, le braccia tornite sotto i merletti, le mani piccole e piene di fossetti, una marchesina Pompadour senza cipria e senza nei.
Così il nostro Gino era caduto nella rete; così, protestando qualche volta, e sentendosi dare del ragazzo, aveva finito con adattarsi alla sua servitù, decorata di un nome più grato, ma solamente a quattr'occhi. Dopo tutto, perchè lagnarsi? Quella donna apparteneva alla sua medesima classe sociale; egli viveva nell'ozio, e poteva obbedire senza fatica. Perciò si era avvezzato, aveva presa la piega, formata l'abitudine; andava oltre, placidamente, col trotterello dell'antico cicisbeo, e sarebbe potuto andare così, fino.... Ah sì, parliamone: fino a quando? Una marchesina cresceva, accanto alla bella marchesa. Non crediate che fosse proprio al suo fianco; era in conservatorio; ma nelle vacanze faceva le sue piccole apparizioni, e spesso la bionda Polissena, con accento tra tenero e grave, amava ricordare che presto avrebbe ripreso il suo ufficio di mamma. Si rideva, intorno a lei, con aria incredula, e si diceva: «Mamma, Lei, signora marchesa? Vorr
Era nobile di natali Maria? Lorenzo, qualche volta, celiando, le dava un certo nome! Ma i natali di quella che egli chiamava celiando «la bella marchesina» erano rimasti un segreto fra il colonnello Salvani e sua moglie.
E chi, di grazia? Il marchese Landi. Come lo sapete? Ho una sua lettera, in cui non fa che parlarmi della marchesina, dei suoi vezzi, dei suoi trionfi di societ
Come mai, da una ceppata così arrangolata come la marchesa, fosse sbucciato un pollone tanto gentile come Nanola, che non somigliava al babbo nè alla mamma, è uno di quei problemi di logismografia, che la religione ammira, ma non analizza. Io non son qui per calunniare! La marchesina era un occhio di sole e questo è positivo.
Quando li ho visti abbracciarsi, con gli occhi ridenti e lacrimosi, allora ho pianto anch'io. Sua Grazia la Marchesina Fiorenza Albizzoni-Vivaldi non c'è più...» E il giudice Ferpierre, sostando perchè il manoscritto era di nuovo interrotto, ricostruiva con l'imaginazione le cose taciute dalla narratrice.
Jeri ho veduto una bellissima rosa nel vecchio e squallido cimitero di Limbiate, ed ero con un prete: oggi ho incontrata la marchesina B: ed ero con due preti: stanotte fui tormentato dalla più fiera esasperazione della libidine che non concedo al mio corpo e col pensiero mi purificavo... ero con te.
Il Di Nolli riesce per un momento a invitar gli altri a entrare. Entrano prima il barone Tito Belcredi e il dottor Dionisio Genoni, poi donna Matilde Spina e la marchesina Frida, Giovanni s'inchina ed esce. Donna Matilde Spina è sui 45 anni; ancora bella e formosa, per quanto con troppa evidenza ripari gl'inevitabili guasti dell'et
«Oggi ancora libri; ma questa volta sono accompagnati da un cartoncino come quelli che adoperano i negozianti per diffondere il loro indirizzo: c'è su il nostro stemma, miniato perfettamente, e poi una scritta che dice così: Libreria internazionale di Luigi d'Arda, Fornitore di Sua Grazia la Marchesina Fiorenza Albizzoni-Vivaldi.... Come ha riso il babbo! «Aspettiamo la fattura!...» gli ha detto, continuando lo scherzo; e il conte, serio serio: «La nostra casa regola i conti a fin d'anno.»
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