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Aggiornato: 19 giugno 2025
Dimmi tosto il vero, o per..." "Che vale lo spaventare questo ragazzo, l'interruppe placidamente il Mandello: essi son giunti, nè serve cercar più oltre; ritorniamo tosto a renderne avvertito il signor Castellano".
Ora è probabile che il lettore desideri qualche parola d'illustrazione intorno al conte Galeazzo Mandello, il quale, la bella prima volta, ci si manifestò, a volergli usar de' riguardi, per un uomo molto originale. E lo era di fatto.
E qui correrebbe l'obbligo a noi di raccontare alla spiccia quanto è avvenuto, se alcune lettere del Palavicino medesimo, scritte sparsamente in que' due anni allo Sforza e al conte Galeazzo Mandello, non ci liberassero da questo officio.
Quando ad un tratto la voce sonora del conte Galeazzo Mandello, alzatasi al disopra del generale frastuono, e le parole non meno sonore e impetuose del giovane francese produssero in un subito quel generale silenzio che sappiamo, e tosto, per un impulso comunicato macchinalmente a tante persone in una volta sola, la folla tutta quanta trasse nella sala donde le voci erano uscite.
Queste parole del conte Galeazzo fecero sull'animo di Manfredo più impressione che la sanguinosa scena e gli spessi cerchi dei morti ond'era circondato. Se un uomo come il conte Galeazzo, che s'era trovato in tanti fatti d'arme, diveniva d'improvviso così prudente, era ben indizio che la speranza di respingere i Francesi cominciava, per allora, a diventare irragionevole. Però sebbene gli pesasse molto di dover comandare la ritratta, considerando quanto sarebbe difficile poi il ricuperare quel posto, seguì il consiglio del conte Mandello.... e facendo dar ne' tamburi, rinculò co' suoi fin a un passo de' monti indicatogli dai giovani comaschi che avean preso l'armi e combattevano a' suoi fianchi e per dar agio alle proprie soldatesche di scomparire per le vie montane senz'essere inseguiti, raggranellò un grosso drappello di archibugieri a rattenere momentaneamente l'impeto de' militi francesi. Intento che gli riuscì, e sempre guidato dai giovani comaschi espertissimi de' luoghi, donde si poteva ferire senz'essere offesi, potè poi soccorrere agli stessi archibugieri rimasti sul campo, i quali ebbero anch'essi il modo di riparare tra monti benchè assottigliati della met
Il Mandello girato l'occhio intorno: Mi maraviglio, disse, che voi ve ne stiate in questo sozzo bugigattolo, mentre la canaglia sta contemplando il proprio ceffo ne' vostri specchi e saltando, sfilaccia il velluto delle vostre sale. Capirete dunque, ella disse, che se si continua di tal passo, non c'è più che la fine del mondo.
Quando furono le tre dopo mezzanotte, e le sale cominciarono a vuotarsi, Manfredo, recatosi presso il Mandello e il Birago: Qui bisogna spacciarsi, disse; le danze sono cessate, e ciascheduno pare che si disponga ad uscire; vedete dunque di sollecitare anche i nostri, e partiamo di fretta.
«Questa parola, se non l'avesse pronunciata l'ammiraglio, avrebbe fatto uscire questa spada dal suo fodero.» «Sta quieto, mio prode, a miei tempi il milanese Battista Mandello dava lezioni di scherma in arsenale, e fece ottimi scolari. Vorrei sapere se i giovani d'oggidì valgono i giovani d'una volta.»
Ma sconfortato dalla vista di quegli squallidi prospetti, il Palavicino affrettò più ancora il passo, e finalmente si trovò a San Martino in Nosigia, innanzi al palazzo del conte Galeazzo Mandello. Entrò, domandò del conte: gli fu risposto che non era in palazzo, ma che se avesse voluto lasciar detto qualche cosa, si rivolgesse al maggiordomo.
Rafforzò però il presidio di Rezzonico, e mandò Sarbelloni col Mandello a Varenna, tenendo seco gli altri colle navi a Musso.
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