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Aggiornato: 9 giugno 2025


23 Astolfo, poi ch'ebbe cacciato il mago, levò di su la soglia il grave sasso, e vi ritrovò sotto alcuna imago, ed altre cose che di scriver lasso: e di distrugger quello incanto vago, di ciò che vi trovò, fece fraccasso, come gli mostra il libro che far debbia; e si sciolse il palazzo in fumo e in nebbia.

Chi per abito suole dubitare, afferma: le sono ciurmerie di empirici; veramente molti uomini, reputati illustri, a prova si conobbero empirici; come taluno empirico poi si conobbe intelletto divino, e si conobbe rovistandone le ceneri dopochè fu arso per mago.

Ma voi siete un mago! mi grida la contessa Adriana. Chi vi potrebbe resistere? Oh povero me! per un po' di fortuna! rispondo umilmente. Certo, mi sono sempre esercitato, per avere un colpo abbastanza sicuro contro chi mi vuol male. Spara a sua volta Filippo, e non fa che centri, puntando a mala pena.

Tu la consegni? mi chiese Tamanti. Io no, e tu, Mago? Neppur io. E attendevamo in silenzio la nostra sorte. Per fortuna e non si sa per qual cagione Fauchion più non riapparve e invece un sergente del pelottone, nostra spada di Damocle, venne ad aprire e a dirci che tutti gli ufficiali erano liberi di uscir dal castello e scendere in borgo.

Inferno · Canto XIX O Simon mago, o miseri seguaci che le cose di Dio, che di bontate deon essere spose, e voi rapaci per oro e per argento avolterate, or convien che per voi suoni la tromba, però che ne la terza bolgia state. Gi

Mago, su... giacché non sappiamo come passare il tempo, raccontaci i fatti gloriosi di cui è gi

Io e il tenente Costantino Tamanti delle Marche, uno dei settanta di Cairoli e chiamato in celia per la sua ampia barba argentea e le strane avventure il Mago Sabino, stavamo seduti su due sacchi di ceci nel vano dell'unica finestra in fondo della camera e rimpetto all'uscio ed eravamo gli ultimi restii possessori di due rivoltelle, che ad ogni arrivo e minaccia del maggiore cercavamo di meglio nascondere fra' panni.

Ma questo por negli uomini costanza, circa a' spirti dannati nel profondo, fa a poco a poco credere in sostanza, non sol che mai non vengano nel mondo, ma timor toglie e sparge quel veleno di dubitar se diavoli vi sièno. In quanto a me, che la professione di mago sia distrutta e posta sotto, poco m'importa.

Quella sera il nostro baccelliere andò a finire dal Mago, non senza aver passato in via d'Angennes a digrignare i denti sotto quelle finestre, donde gli veniva tanta luce dei soliti doppieri e tanta onda delle sempre elette armonie.

La sera raccontai la cosa in casa. «Sapete, mi disse ridendo Annunziata, la mia albergatrice; quella donna ha creduto che voi foste un fattucchiero, un mago, e che foste occupato a lanciare col vostro libro in pergamena una maledizione sulla sua vigna». Risi di cuore per essere stato preso per un mago e per aver potuto trarre delle maledizioni contro i vigneti dalla Storia dei Papi del Platina.

Parola Del Giorno

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