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Aggiornato: 5 giugno 2025


Così quando Machiavelli ritentò la prova nella Clizia abbandonando l'ispirazione del Boccaccio per l'imitazione di Plauto, secondo la tendenza degli eruditi non riuscì che a peggiorare il proprio modello: nell'Andria si limitò a tradurre assai bene Terenzio, ma poco forte nel latino, non l'intese sempre sicuramente.

Non credano i moderni Machiavelli d'Italia d'esser più furbi dell'uomo di Sédan; essi lo ponno uguagliare in malvagit

L'Italia abbandonò allora le tradizioni generose della propria vita per rincatenarsi a quelle che nei secoli XVI e XVII ci vennero dalla incontrastata dominazione straniera e dalla inenarrabile corruttela d'una Chiesa non italiana alloramai più cristiana. Machiavelli prevalse a Dante. E i danni e la vergogna di quelle trasformazioni durano tuttavia.

Il Machiavelli scrisse su questo viaggio nella Svizzera ai confini di Alemagna un rapporto, nel quale si è voluto vedere una grande profondit

Ma prontamente io interruppi quello stupore con la seguente nozione bibliografica: Centocinquant'anni fa, il gesuita Lucchesini scrisse un opuscolo intitolato: Sciocchezze scoperte nelle opere del Machiavelli dal Padre Lucchesini. L'arguto editore stampò in abbreviazione sulla costola del libro: Sciocchezze del Padre Lucchesini.

Io accennava alla gratitudine dell'Italia alcuni gloriosi nomi di morti, di cui si potrebbe, dire come Byron disse di Dante, di Galileo, Machiavelli, Michelangelo: Questi elementi di grandezza umana, basterebbero a Dio per una nuova creazione! Ed io dirò: I prodi che caddero per l'onore italiano a Roma sarebbero un lievito sufficiente per una legione di liberatori!

E quelle voci che ci parevano concordi ai fatti, ci stillavano lentamente il dubbio nell'animo. Il pensiero di Dante e di Machiavelli ci sfumava di mezzo a un caos di forme, di visioni, di sembianze individuali, diverse di costumanze, d'abitudini, di tendenze, e tutte ostili, rivali, nemiche, che le formole di quei politici evocavano davanti a noi. Il medio evo colle sue mille guerre, dall'urto scambievole delle razze nordiche sino alle fazioni lombarde, dalla battaglia di Monte-aperti fino a quella nella quale suonavano, come l'ultimo gemito dell'Italia, l'estreme parole di Francesco Ferrucci al calabrese: tu vieni ad uccidere un morto, sorgeva gigante a frammettersi tra noi e il concetto unitario, a protestare tremendamente contro quel sogno affacciatosi nello spazio di tre secoli a due grandi anime, che forse morendo, lo rinnegavano. E forse ciò che costituiva il genio, e lo differiva dalle razze umane, era il tormento d'una idea solitaria, inapplicabile, condannata a starsi in perpetuo nei dominî dell'astrazione. La mano scarna della dottrina ci sfrondava l'albero delle illusioni giovanili, e v'innestava sistemi architettati studiosamente e complicatamente sugli antichissimi esempli greci, e su' nuovissimi americani. E quelle difficolt

E mentre proponevano superbamente siffatte miserie o proprie o d'altrui siccome gran belle cose, ed incitavano gl'italiani perché ne scrivessero di continuo, appena appena con una sterile lode, messa loro sul labbro non dal sentimento ma dalla tradizione, nominavano qualche volta le opere di Dante e del Machiavelli; e la sterilitá di siffatte lodi, piú che ad altro, serviva ad allontanare da que' sublimi libri gl'italiani.

La relazione mandata dal Machiavelli alla Signoria sulla strage di Sinigallia pare scritta sul marmo, tanto freddo ne spira; mentre il suo disprezzo per Vitellozzo e Oliverotto, che non sanno coraggiosamente morire, rivela più che ogni altra frase, l'ammirazione inspiratagli dal Valentino impassibile nella buona come nell'avversa fortuna.

Poi fu mandato a Siena incontro al Cardinale di Santa Croce legato del papa all'imperatore Massimiliano, che minacciava di scendere in Italia a cíngere la corona imperiale. L'incarico del Machiavelli era d'indovinare possibilmente dal legato quale potesse essere l'animo dell'imperatore.

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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