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Aggiornato: 27 giugno 2025
Una volta sola, l'unica! che nel fare il chiasso m'ero quasi levato un occhio, la vidi agitata, piangente, starei per dire carezzevole. Mi prese sulle ginocchia brontolando e mi fasciò l'occhio sciupato. Io, intanto, da quello buono, vidi benissimo che le tremavano forte le mani.
Chiarissima era in me l'idea dei doveri che m'ero assunti verso Lidia e ferma la decisione di compierli, fors'anco pel sentimento egoistico di pretendere altrettal rigida osservanza dalla donna.
La frase mi sembrò audace; gettai un'occhiata rapida intorno per vedere se fosse stata notata; ma tutti chiacchieravano gaiamente, ed ebbi l'intuizione che se fossi rimasto più a lungo a sorvegliar l'écarté di Lidia, avrei finito per esser notato io, peggio di qualunque frase. Dall'angolo ove m'ero posto, confrontai il giuoco d'Ettore col giuoco di Gian Luigi e vi trovai spaventose differenze.
Il babbo, sbirciava la sua figliuola, come chi sente compassione, e pur non vorrebbe mostrarla. Ma chi doveva andar a pensare una cosa simile? ripigliò Anch'io dico il vero m'ero lusingato che tu saresti diventata la signora contessa, e che poi colla vostra influenza avrei potuto... basta, castelli in aria!... tutte cose andate a monte.... Ma io lo so di chi è la colpa.
Un mattino che avevo sorpreso Giovanni nel mio studio e m'ero udito chiedere, con una voce che passava le viscere, l'elemosina d'una parola che gli rivelasse il mistero, Lasciami! avevo risposto, Son scivolato nel fango. E non mi levo più!
Tesi l'orecchio, sperando e temendo che sopraggiungesse mia madre. Ella aprì gli occhi. Ah, Tullio, sei tu? Ella aveva la sua voce naturale. Cosa inaspettata: io potevo parlare. Dormivi? le dissi, evitando di guardarla nelle pupille. Sì, m'ero assopita. Io dunque t'ho svegliata.... Perdonami.... Volevo scoprirti la bocca. Temevo che tu non respirassi bene.... che le coperte ti affogassero....
"Certo Anna è rimasta. La stanza di Raimondo non è lontana dalla cappella. I suoni annunzieranno il principio della Novena." Mi diressi verso la porta. Prima di giungervi, udii il preludio delle cornamuse. Entrai senza esitare. Non m'ero ingannato.
Una sola volta dopo d'allora m'ero creduto di poterlo riabbracciare guarito. Ed era stato quando da Genova m'aveva scritto una lettera di fuoco per narrarmi tutta la fascinatrice bellezza d'una Idea di Umanit
«E tra una lettera e l'altra cominciai a fare le prove dell'opera, poi ad andare in iscena, ad essere applaudita, ad inebriarmi nella gloria del successo, nella passione dell'arte; ed anche nell'interesse delle nuove scritture. «Tutto codesto spuntò la prima amarezza; mi aiutò a vivere senza quella gioia di cui m'ero fatto un unico pensiero, mi ripose lo spirito in calma.
È necessario gridai a me stesso togliendomi di schianto alle riflessioni in cui m'ero sprofondato passeggiando sul terrazzo un di quei giorni è necessario che questo abbia fine! Salii risoluto le scale, entrai nello studio, afferrai la penna, e le scrissi. Le confessai che fino a ieri l'avevo vilmente ingannata. Che non l'avevo amata, che non l'amavo, che non potevo amarla.
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