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ne' piedi e ne le man legati e presi; e quanto fia piacer del giusto Sire, tanto staremo immobili e distesi>>. Io m'era inginocchiato e volea dire; ma com' io cominciai ed el s'accorse, solo ascoltando, del mio reverire, <<Qual cagion>>, disse, <<in giu` cosi` ti torse?>>. E io a lui: <<Per vostra dignitate mia cosciienza dritto mi rimorse>>.

La casa mia m'era cara per colei che ci abitava meco; ma, poiché con quella non lece piú, torrò da me stesso un perpetuo essiglio per non tornarci piú mai. Mi sarebbe la casa un vivo inferno, un perpetuo incendio ardente. O Idio, che insopportabil dolore è quel ch'io sento, o qual miseria è che pareggi la mia? o che gran meraviglia è ch'io viva!

Mia guardar dovea non altrimente ch'una fortezza d'ogn'intorno chiusa: così, con quanto senno e quanta mente da la somma Prudenza m'era infusa, io mi sforzai guardarla; ma al fin vinto da intolerando assalto, ne fui spinto.

M'era immaginata che in queste parole vi fosse del greco; e ne domandai la spiegazione a mio marito, che è uomo di lettere e che conosce il suo greco meglio di tutt'altra cosa. Ma non mi ha voluto fare alcuna risposta, e solo, voltandomi le spalle con aria di disprezzo, esclamò: Corbellerie! corbellerie! Vedete come sono poco compiacenti i mariti.

Unde, per mostrare quanto m'era piacevole, vi feci il segno, e compí l'altra metá, scripto d'oro, la clemenzia mia. Questa gloriosa virtú è tanto piacevole a me che in neuna virtú è in che tanti segni e testimoni di miracoli siano dati da me quanti a lei, perché ella procede dal lume della fede.

Che dite voi mai? C'è andata anzi a genio, e ve ne siamo gratissime. Peccato che non sappiate anche quella di Percivalle Doria, che vi pregheremmo di raccontarcela adesso. Ho letto questi due nomi in un libro francese, soggiunse ella, a mo' di parentesi, e m'era venuta la curiosit

Aspetta, diss'io, fermandola innanzi al negozio d'un libraio. Mentre passavo, m'era parso di veder sulla copertina d'un elegante volume, un nome che in quel posto era stranissimo. Gian Luigi Sideri, lessi. Il lastrico dell'inferno, romanzo! Come è possibile? È un tuo amico? domandò Lidia. Ma senza dubbio, un mio caro amico. È inesplicabile questo risveglio....

E per che cosa pensavi tu ch'io ti consigliassi a fuggire ben lontano con me? per provvedere alla tua sicurezza appunto; ma la tua fama non m'era gi

Riebbi per pochi attimi la stessa sensazione provata in principio quando il mondo reale m'era parso completamente vanito. Poi, come sempre, il fenomeno inevitabile si compì. Quello stato di conscienza non mi appartenne più, si fece obbiettivo, mi diventò estraneo.

E Io ti risposi nella mente tua, dicendo: Io so' colui che mi dilecto di poche parole e di molte operazioni; per dimostrarti che non colui che solamente mi chiamará col suono della parola: Signore, Signore, io vorrei fare alcuna cosa per te; colui che per me desidera e vuole mortificare il corpo con le molte penitenzie, senza uccidere la propria volontá, m'era molto a grado.