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Aggiornato: 9 giugno 2025
Io lo incontrai quell’anno istesso, un mese preciso dal giorno che sua moglie l’aveva cacciato di casa. L’anno appresso, risalito a Gressoney, cercai di Natale Lysbak e lo tolsi meco per guida volendo ascendere a parecchie punte del Monte Rosa; ma fin dal primo giorno di cammino dovetti rinunziare all’impresa.
Un fratello del Lysbak, essendo in giro pel mondo, le poverette volevano così lasciare uno spiraglio aperto alla fortuna, caso mai egli tornasse in paese milionario.
Poi scrisse colla matita sul libretto da guida il suo testamento. Fu presto scritto: Lascio tutto il mio a Teresa Lysbak, mia fidanzata.
Tre giorni dopo la firma dell’atto, Maria Maddalena vendeva al cugino tutto il patrimonio dei Lysbak, valutato a sessanta mila lire, per le venti mila a cui sommava il debito. Fu ben inteso una finta vendita: il cugino s’impegnava secretamente di lasciare a Maria Maddalena ed alla figliuola la reale propriet
Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora 22 anni. Alta, robusta, coi colori della salute sul viso, grave nei movimenti come tutte le montanare, aveva quell’aria di freschezza e saldezza selvatica che promette onesti costumi e buoni figlioli. Col suo vestito di panno rosso, pieno sui fianchi, col suo giubbettino di panno nero, pieno nel petto, passava lenta fra la gente che si apriva a guardarla. In casa attendeva a cucire, a spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto ed al pollame, e trovava ancora tempo per leggere. Perchè Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere quattro lingue: il tedesco che è la lingua di Gressoney, l’italiano, il francese e l’inglese. Malgrado questo grosso fardello di scienza, nessuno del piano l’avrebbe tolta per una signora. A Gressoney se ne incontrano molte: ragazze con cento mila lire di dote, istrutte come tante maestre, che menano in pastura le vacche, e sembrano villane ripulite. L’ingegno si piega ad imparare, ma il corpo è troppo solido per dirozzarsi dalla pesantezza nativa; d’altronde anche l’ingegno non raggiunge mai quella mobilit
Ma la casa Lysbak non attende ai lavori della campagna o lo fa per spasso; al più gli uomini tentano talora un po’ di contrabbando, perchè il contrabbando è una caccia più avventurosa e pericolosa di ogni altra. Daniele Lysbak è un signore, non ricco, ma largo e pieno di cuore tanto che non ha nulla di suo.
Fra il Lysbak ed il padre Rhedy non si era però, malgrado la vicinanza, stretta nessuna sorta di amicizia. Tutt’altro. Il primo, sempre col pensiero alle speculazioni tentate per rifarsi e fallite, respingeva col silenzio le vanterie del secondo e non rideva mai delle sue grosse facezie; questi aveva finito per aversene a male e aveva smesso di parlargli tenendolo per superbo. Di più in paese chiamavano: madama e madamigella la moglie e la figlia del Lysbak, locchè urtava i nervi al Rhedy, che le sapeva senza risorse. La grossa fantesca da principio, per un senso di bont
Allora Lysbak mi levò di peso e rimessomi sulle gambe e presomi a braccetto, si diede a salire correndo, trascinandomi dietro a forza; lo sentivo soffiare come un mantice e quando giunto sulla vetta sostò un momento per prendere fiato, lo vidi grondante e fumante di sudore.
La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in muratura. L’aveva fabbricata un tale Lysbak, birraio arricchitosi in Baviera, al quale, mentre attendeva a compirla internamente, erano capitati dei rovesci di fortuna che lo avevano fermato a mezz’opera.
Poi volle si radunasse una specie di consiglio di famiglia, chiamandovi due vecchi parenti dei Lysbak. Fu una domenica nel pomeriggio. Di fuori nevicava da empire la valle; i due vecchi, Maria Maddalena e la figliuola sedevano intorno alla tavola come giudici, Natale passeggiava su e giù per la stanza, fermandosi di quando in quando ad attizzare il fuoco, in apparenza tranquillo.
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