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Aggiornato: 5 giugno 2025


Andrei troppo per le lunghe se dovessi descrivere minutamente tutte le impressioni provate. La prima provenendo dagli Stati Uniti, paese di settanta milioni di abitanti, dalle grandi citt

O lunghe strade gessose, mostruosi serpenti.... vedo passare pei vostri corpi anellati gli automobili ingoiati, simili a veloci bocconi che scendano! Eccone uno che preme duramente quella strada nerastra, simile a un sanguinaccio tra le frenetiche dita delle sue ruote, per farne sprizzar fuori un ripieno di polvere lattiginosa e arricciata. La battaglia potr

Da uno dei lati uscivano due piedi lunghi, magri, infangati, colle unghie lunghe, due brutti piedi che parevano quelli della morte, i piedi insomma del morto. O Dio, che cosa è stato? Il console stendendo le sue mani alla fiamma, continuò col suo tono naturale: Gli è venuta addosso la scalmana, si vede.

E un tremito prese tutte quelle ombre. Ed io mi coprii per vergogna e dolore la faccia. Quando riguardai, non vidi più cosa alcuna fuorchè il cielo senza stelle e la vasta deserta campagna e le lunghe e folte erbe che piegavano al soffio gelato. Ma spesso, tra i sogni, vedo tuttavia riaffacciarmisi la dolente visione. Dio dei Popoli oppressi! Dio dell'anime afflitte!

Infine, il difetto di stimolo alle audaci imprese primo incentivo allo spirito di ventura e le lunghe paci, lo asfissiarono e l'uccisero come sotto le distrette di una enorme camicia da Nesso. Le angustie finanziarie compirono l'opera.

S'infransero a 'l tremore orrido i marmi, e fumaron stridendo l'acque incese. «Eranmi schiavi li astri in lunghe torme; «e in tal regno le feste ho celebrate «de' suoni de' colori e de le formeDisegno di G. A. SARTORIO.

Il Simun colmò la valle di profumi e volò via. Le acque del Fella si offuscarono un attimo, poi rischiarandosi come lunghe vasche tranquille cullarono di nuovo le stelle.

Ma potè finalmente la natura, poterono le cure amorevoli, potè la presenza di una fata gentile, che vegliava lunghe ore del giorno al capezzale dell'infermo.

Fissò la tappezzeria della camerina da letto, una tappezzeria cilestre a fiori mavì, che parevan piccoli cavoli o piccole teste rincorrentisi in lunghe file verticali e orizzontali; si mise a contar quei segni, a guardar gli spazii cilestri tra fiore e fiore; e restò così, con gli occhi rossi e velati, fin che l'albergatrice non le recò la colazione, disponendola sulla tavola del salotto.

Vedevo le sue forcelle di brillanti ardere come bianche fiamme nei capelli oscuri. Aveva nei polsi, nelle ginocchia, un non so che di pericoloso, d’inerte, una specie di musica ferma nelle sue lunghe giunture. Se chiudevo gli occhi e volevo rivederne la sembianza, non era più lei: spariva dalla sua immagine bella un po’ di sogno, finiva, quasi cancellata, una specie di maravigliosit

Parola Del Giorno

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