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Aggiornato: 24 luglio 2025
Durante le ore in cui e Marco e i militi di guardia alla fortezza vecchia alternavano la scolta e la stanzetta del guardiolo, una scena ben diversa accadeva nel quartiere della Venezia nuova da noi accennato e precisamente all'osteria dei Tre Mori, posta nel vicolo che dalla Crocetta mette alla via di Sant'Anna, via remota, solinga, del peggio quartiere di Livorno, dove un galantuomo non può passare pei fatti suoi nella notte senza pericolo di essere gratuitamente sventrato, e di giorno senza che gli sia rubata la pezzuola, l'oriuolo o la borsa.
Sempre per sentieri traversarono Val Citerna, e giunti sulla cima si trovarono nella via ruotabile delle Collacchie. Il Generale non si aspettava di trovare una strada simile in mezzo a quelle boscaglie, e in luoghi così disabitati, onde si fermò sorpreso, e domandò: «Dove conduce questa strada?» E il Pina rispose: «Da una parte a Follonica, e quindi a Livorno, e dall'altra a Grosseto, poi a Roma. Vi sar
Se rimase nella commissione per lo armamento ci stette per preghiera del Governo, e come il signor Ridolfi mostrava il viso dell'uomo di arme Celso Mazzucchi, che in ogni sua fortuna si mantenne onesto, si partì da Livorno per farlo capace. Ond'è, pertanto, che il signor Ridolfi non pose fede nel signore Mazzucchi magistrato, e persona dabbene? A me Piovano non importa indagarlo.
Vi era appunto intorno, quando, nella mattinata del 25, ebbe da Livorno questo telegramma: «È giunto nel porto, sul vapore Pharamond, proveniente da Genova, il generale Garibaldi. Sembra che vada in Sicilia. Sono stati dati gli ordini perché sia ricevuto in modo conveniente a sí illustre italiano.»
Una nota del Marzo 1799 in Villabianca ci fa sapere che per la guerra di Napoli il Re era servito da due pacchetti accompagnati da fregate e navi da guerra che da Palermo andavano a Livorno, «luogo di correria per l’Europa». La posta partiva ogni quindici giorni, di giovedì. La lettera pagava in ragione del suo peso e della distanza che dovea percorrere.
Avendo avuto parte in tanti successi dei nostri eroi il piccolo John aveva ottenuto il privilegio di lasciare lo Yacht a Livorno, o dove meglio gli piacesse, a dispetto del capitano Thompson ed anche dell'Aurelia e venire a passare alcuni giorni co' suoi amatissimi amici e la sua signora.
La mamma veniva ultima con Gigino, sempre un po' musone. Infatti per lui che era stato più di un anno a Livorno, dove ci son tanti pescatori, quel passatempo non doveva riuscire molto attraente. Che hai, Gigino? disse la mamma. Perchè codesta cera da mortorio? Perchè io non mi diverto punto, rispose Gigino. Non potevano scegliere un'altra cosa? I burattini, per esempio?
Mangiare senza prima aver lavorato? Oggi voi siete degli uomini, e gli uomini prima di mangiare, lavorano. Dopo tre ore, i panieri che avevano contenuto la refezione dei nostri amici, erano pieni di pesce. Io vorrei sapere, disse Gigino, perchè tra tutte queste anguilline e pesciolini d'argento, non c'è neanche una sogliola, una triglia, un gambero o un'acciuga. A Livorno se ne pescavano sempre!
Questa, poi, doveva esser cominciata simultaneamente in più luoghi della penisola, a Genova, a Livorno, a Napoli, e fors'anco altrove. In Genova aveva da venire il Mazzini in persona, e venne diffatti. In Livorno, i volenterosi di quella citt
Fu dei primi in Italia un principe di Toscana, al quale ne diede il ricordo un mercante ebreo, al nome del quale ne passarono molte cassette a Livorno, una delle quali finalmente, trattenuta colá per non so qual ragione di contrabbando, diede fors'ella il primo motivo a quel granduca di fabbricarne anch'esso.
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