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Aggiornato: 27 luglio 2025
Egli aveva voluto donna Livia, benchè sapesse che ella non lo amava; dunque gli bastava esserle marito. La duchessa evitava quasi di guardare troppo addentro in quel cuore per tema di atterrirsi.
Don Francesco fece sortire le sue sorelle: indi si rivolse a donna Livia: Venite, signora, le disse. Ella si alzò e lo seguì. Era commossa; ma nulla indicava che fosse atterrita. Il duca silenzioso la condusse nel loro appartamento in una sala, di cui rinchiuse gli usci: indi, piantandosi in faccia a lei, la fissò qualche momento senza parlare: finalmente diede libero sfogo alla sua collera.
E non avvennero catastrofi?.. È possibile?.. Il duca è gelosissimo... Tranquillati. Io feci cercare segretamente della vecchia governante, che m'introdusse dalla chiesa nell'oratorio del palazzo. Vidi donna Livia, mentre il duca era trattenuto da mio zio il superiore e dal principe degli Alberi. Ed aggiunse sorridendo: Oh non ho perduto un secondo! Mi pare.
Eppure donna Livia non era cangiata; ma per quanto grande fosse l'imperio che aveva sopra sè stessa, non le riusciva nascondere intieramente le ansiet
Tutti possono comprendere la sua voce; mentre la filosofia è intesa da pochi, fraintesa da molti, ed allora fa più male che bene. Donna Livia aveva detto alla giovane che il principe aveva chiesto egli stesso il suo perdono, che era pentito; e ciò alla povera donna Rosalia era di qualche consolazione.
Donna Livia aveva compreso che alle ferite della sua giovane cognata ogni farmaco sarebbe riuscito vano: che forse ella aveva bisogno di abbandonarsi ad un eccesso di dolore, di disperazione. Soltanto una crisi violenta poteva salvarla.... Ma la religione, assai viva in donna Rosalia, aveva sempre fatto sperare alla duchessa ch'ella mai oserebbe attentare a' suoi giorni.
Andate a casa mia e ordinate al mio cocchiere di tornare immediatamente. Ma, e voi? Io aspetto. Posso almeno sperare il vostro perdono? Non credo. LIVIA sola.
Il suo contatto non vi contamina, voi purificate il luogo dove entrate come profumo d'incenso. Oh Livia, questa è la casa mia, la confidente dei miei dolori e delle mie speranze.
LIVIA. Di' quanto vòi, che nol credo. Che sí, fraschetta, tristarello!... MALFATTO. Sí, sí, domane! Aspettate pur. Sempre me mandano fuori e io prometto di servirli come meritano. Me nne voglio andar a spasso tutto oggi e non ce voglio tornare per un pezzo. E, se vole delli patroni da comandare, che se lli trovi. Guarda compagni de merda!
Quasi subito una vecchia che era sempre stata governante di donna Livia, sin da quando questa era bambina, venne ad avvertirla che il benedettino, invitato segretamente da lei a recarsi al castello, era giunto non visto da alcuno, ed attendeva nella cappella. Donna Livia vi si recò all'istante.
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