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In questo appello, nel quale lo scherno si unisce all’invettiva ed al ragionamento, Libanio ci pare davvero eloquente e pieno di abilit

Ma particolarmente interessante, anche per questo rispetto, è la graziosissima lettera che Giuliano scrive a Libanio, per narrargli la marcia da Antiochia, a Jerapoli³²⁰. Al termine della prima tappa, a Litarbo, Giuliano è raggiunto dal Senato d’Antiochia, a cui d

⁴³ Liban., I, 532, 4 sg. Nulla di più curioso che il contrapporre a questo ritratto disegnato da Libanio il ritratto disegnato da Gregorio. Costui, che, come sappiamo, era coetaneo di Giuliano, si trovava pure ad Atene, per addestrarsi, nell’universit

Se non che, i progressi di Giuliano negli studi e la simpatia ch’egli destava cominciarono ad insospettire Costanzo. «Temendo, dice Libanio, che una citt

¹⁵⁰ Amm. Marcell., II, 47, 20. La morte di Giuliano è narrata da Libanio in modo concorde con quanto sappiamo da Ammiano. Anch’egli ci dipinge l’imperatore che, nel fitto della battaglia, spinge il cavallo l

Il trattato contro i Cristiani sarebbe stato scritto, a quel che narra Libanio, nella sua orazione funebre, durante il soggiorno dell’imperatore in Antiochia. Noi sappiamo che Giuliano dimorò in Antiochia, dall’Agosto del 362 al Marzo del 363, tutto intento ai preparativi per la funesta spedizione di Persia. Ebbene, in mezzo a tali gravissime preoccupazioni, l’infervorato giovane, approfittando delle lunghe notti invernali, narra Libanio, scriveva, per dimostrare ridicola e vana la fede dei Cristiani, un libro che, sempre al dire di Libanio, era più poderoso di quello stesso che aveva dettato, al medesimo scopo, il vecchio di Tiro, cioè, Porfirio²³⁰. Certo, la circostanza di aver scritto, in un momento ansioso, un libro così grave, trovando, insieme, il tempo di comporre la brillante satira, il Misobarba, è la prova più luminosa della singolare versatilit

Il dissenso fra Giuliano e Florenzio, che fu certo una delle cause principali della sfiducia e dei rinascenti sospetti di Costanzo, aveva la sua origine in una ragione più personale di quella che fosse la pubblica amministrazione. Florenzio, seguendo le abitudini del tempo e del governo imperiale, rubava. L’intemerato Giuliano non poteva tollerare la cosa; da qui il proposito, in Florenzio e nei suoi colleghi, di liberarsi dell’incomodo principe. Un episodio, narrato da Libanio, illustra la situazione. «Avvenne

³³⁹ Vedi per questo episodio dei prezzi delle derrate, Libanio (επι

Ma, prendiamo qualche fiore dal mazzo di scherni e di accuse che ci offre Libanio. «Tu

³² Idem, 1, 527, 10 sg. All’influenza di Libanio un’altra si aggiungeva ancor più efficace, ed era quella dei filosofi neoplatonici, Edesio, Crisanzio, Eusebio, Massimo, il più importante di tutti, i quali vivevano in Nicomedia o in altre non lontane citt