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Aggiornato: 21 maggio 2025


A che unqua nascer noi, se per altrui fallir par ch'anco l'ira non s'estingua divina in noi, per loghi alpestri e bui? Ahi miser! taci e morditi la lingua, ché maladetto fie chi in ciò s'adira: giá Dio mai d'uman sangue non s'impingua; anzi ama l'opre sue, contempla e mira, e studia l'uomo a fatto simile scampare dal suo stesso foco ed ira.

FILENO. Vo' che vi venga, un tratto, e che tu veda l'opre belle che fa questa tua arpia. Il collo torto, il volto consumato, quegli occhi lagrimosi accompagnati con l'abito fratino e i paternostri che sempre biascia inganneriano il tempo che inganna ognuno. CRISAULO. Di' che cosa è questa, se lo sai dire. FILENO. Io te ne dirò parte.

Quando si trovano nelle calamitá, ti vengono con certe furie adosso, che vogli aiutargli con l'opre o col consiglio, che non ti dan tempo a pensare.

81 Credo che 'l resto di quel verno cose facesse degne di tenerne conto; ma fur sin a quel tempo nascose, che non è colpa mia s'or non le conto; perché Orlando a far l'opre virtuose, più che a narrarle poi, sempre era pronto: mai fu alcun de li suoi fatti espresso, se non quando ebbe i testimoni appresso.

E, quant'or ti son bello e ti risplendo, questa piú lorda e d'aspro viso e tetro ti assalirá co' l'insaziabil ferro di nervo tal, ch'ogni altro li è qual vetro; e 'n peggior stato, di cui ora ti sferro, respinto ancideratti, e parangone farai del gran destin che altrove serro a te, sol d'intelletto e di ragione bell'alma. Poi ch'ucciso morte t'aggia, in Dio de l'opre tue sta 'l guidardone!

Salve, o diva Scïenza; al detto, al viso Che sopra ogni altro estimo, Ai voli rutilanti io ti ravviso! Per te del mio pensier l'ali sublimo; Per te nei sanguinosi Studî de l'armi il popol mio va primo. Tu che, amica de l'opre, i neghittosi Ozî diradi, e vivi Vigil sempre ed eterna e mai non posi, Tu che redimi a libert

Quanto sia gran tesoro ad essi svela Un'affidata nova alma immortale, Cui tanti move assalti corruttela. In padri e genitrici un'ansia eguale Desta , che ne' figli i pensier santi La possa degli esempi non affrale! La madre allor ne' dolci cuori pianti Profonda e pia di bell'amor semenza Per tutte l'opre ad alta guidanti;

Bastava mandare a dire ch'eravate pentito, ché io contentandomi d'ogni vostro contento mi sarei chetato, senza svergognarmi in tal modo. DON IGNAZIO. Io non spinto da giovenil leggierezza ciò dico, ma da giustissime cagioni. EUFRANONE. Dunque dite che mia figlia è infame? DON IGNAZIO. Ce lo dicono l'opre. EUFRANONE. Se non foste quel che sète e men di tempo, io vi risponderei come si converrebbe.

Per quella aspra stagion fido custode L'animoso Lancastro ivi s'elesse, Che sorto da la culla, in su le prode Del bel Tamigi le vestigia impresse; Chiaro per gli avi; ma superba lode Acquistò, di sua man con l'opre istesse Tra' ferri or sotto caldi, or sotto geli Stancando il fianco, ed imbiancando i peli.

Non so che nome potrá aguagliar l'opre tue, inumano, barbaro, traditore senza vergogna e senza timor di Dio: il mondo non ha nome con che possa chiamarti.

Parola Del Giorno

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