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Tucto questo fa senza pena o tedio di mente il vero obbediente e perfecto. Egli passa, con questa chiave in mano, per lo sportello strecto de l'ordine agiatamente e senza violenzia, perché ha observato e observa il voto della povertá, de l'obbedienzia vera e della continenzia, levata l'altezza della superbia e chinato il capo a l'obbedienzia per umilitá.

La inpazienzia: perché la pazienzia era unita con l'obbedienzia; non essendo paziente, si dimostra che l'obbedienzia non è ne l'anima. Oh, quanto è dolce e gloriosa questa virtú, in cui sonno tucte l'altre virtú! Perché ella è conceputa e partorita dalla caritá; in lei è fondata la pietra della sanctissima fede; ella è una reina che, di cui ella è sposa, non sente veruno male: sente pace e quiete.

E perché per la via de l'umilitá meglio si conserva, egli si soctomecte al piccolo come al grande e al povaro come al ricco; di tucti si fa servo: non rifiutando mai labore, ogniuno serve caritativamente. L'obbediente non vuole fare l'obbedienzia a suo modo, eleggere tempo luogo, ma a modo de l'ordine e del prelato suo.

Cosí questi cotali hanno preso a diserrare lo sportello, passando dalla chiave grossa de l'obbedienzia generale che diserra la porta del cielo, com'Io ti dixi. In questa porta hanno presa una chiave sottile, passando per lo sportello basso e strecto. Non è separato però dalla porta: anco è nella porta, come materialmente tu vedi.

In quello cuore aperto trovarete la caritá mia e del proximo vostro, però che per onore di me, Padre etterno, e per compire l'obbedienzia ch'Io posi a lui per la salute vostra, corse a l'obbrobriosa morte della sanctissima croce.

Questa è una repetizione in somma quasi di tucto questo presente libro. Ora t'ho, dilectissima e carissima figliuola, satisfacto al desiderio tuo dal principio in fino a l'ultimo de l'obbedienzia.

Adunque ne l'amore de l'obbedienzia riceve l'anima il merito suo: ine empie il suo vasello in me, mare pacifico.

Egli è la via, e però dixe egli che era via, veritá e vita; e chi va per essa va per la luce, e colui che va per la luce non può offendere essere offeso che egli non s'avegga, perché ha tolto da la tenebre de l'amore proprio unde cadeva nella disobbedienzia: che, com'Io ti dixi, la conpagna, e unde procedeva l'obbedienzia, è l'umilitá.

Ed essendo egli da l'uno capo della chiesa, ella si pose da l'altro, però che l'obbedienzia non le concedeva che ella stesse ine. Ella si pose con grandissimo pianto, dicendo: O miserabile anima mia! e non vedi tu quanto di grazia tu hai ricevuto, che tu se' nel tempio sancto di Dio e hai veduto il ministro, che se' degna d'abitare ne l'inferno per li tuoi peccati?

Essendo poi Io costrecto dalla mia infinita bontá, vedendo che l'uomo, cui Io tanto amavo, non tornava a me, fine suo, tolsi le chiavi de l'obbedienzia e posile in mano del dolce e amoroso Verbo, mia Veritá; ed egli, come portonaio, diserrò questa porta del cielo. E senza questa chiave e portonaio, mia Veritá, veruno ci può andare.