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Aggiornato: 13 giugno 2025
No; né questo né veruno; ma è corrocta la principale radice de l'arbore, unde ogni cosa corrompe. Perché Io, che mando e dono ogni cosa che ha essere, so' somamente buono; e però è buono ciò che è in questo vento prospero. Unde ne gli séguita pianto, perché 'l suo cuore non è saziato, ché desidera quello che non può avere; e non potendolo avere, ha pena, e nella pena piagne.
Tucto l'adiviene perché è corrocta la radice con tucto l'arbore, e ogni cosa l'è in morte, e stanno in continue pene, pianti e amaritudine, come decto è. E se non si correggono mentre che hanno el tempo di potere usare el libero arbitrio, passano da questo pianto dato in tempo finito, e con esso giongono al pianto infinito.
Ché altrimenti non sarebbe cerchio senza fine né senza principio: anco avarebbe principio, avendo cominciato a cognoscere sé, e finirebbe nella confusione se questo cognoscimento non fusse unito in me. Alora l'arbore della caritá si nutrica ne l'umilitá, mectendo il figliuolo dallato della vera discrezione per lo modo che decto t'ho.
Colui che irride al Maggio non n'abbia mai speranza. Volete più lontano? Questo suono m'irrita. Ecco, laggiù c'invita fiorito il melagrano. L'arbore è avvelenato. Io so la sirventese più bella e più cortese Scendiam dunque sul prato.
Ché quando sia che i dí brumali e tetri volgerti il chiaro ciel sossopra miri, e i monti neve, e i stagni farse vetri, nostra in balía sará che 'l mondo giri, lo qual il tempo adorno riconduca, e l'erbe e' fior novellamente aspiri. Ma non sia ch'alcun serpe mai t'induca de l'arbore vietato a côr il frutto, che ancide altrui se 'l morde o se 'l manuca.
E questo t'ho mostrato nella figura de l'arbore la quale Io t'ho decta. Come, avendo el mondo per lo peccato germinato spine e triboli, chi sono quelli ad cui queste spine non fanno male, bene che neuno passi questa vita senza pena. Ora ti voglio mostrare a cui le spine e triboli, che germinò la terra per lo peccato, fanno male e a cui no.
Non vedi che la scure della divina giustizia è giá posta a la radice de l'arbore tuo? E dicoti che elle ti stanno a usura e a l'ora e al tempo suo, se tu non punisci le tue iniquitá con la penitenzia e contrizione del cuore: tu non sarai riguardato perché tu sia sacerdote, anco sarai punito miserabilemente e portarai le pene per te e per loro.
V'è chi corre al timon, chi i remi prende; van per uso agli uffici a che son buoni: chi s'affatica a sciorre e chi a legare; vota altri l'acqua, e torna il mar nel mare. 13 Ecco stridendo l'orribil procella che 'l repentin furor di borea spinge, la vela contra l'arbore flagella: il mar si leva, e quasi il cielo attinge.
L'anima che virtuosamente vive pone la radice de l'arbore suo nella valle della vera umilitá: ma questi che miserabilmente vivono l'hanno posta nel monte della superbia; unde, perché egli è mal piantato, non produce fructo di vita, ma di morte.
55 Lo fe' al meglio che seppe; e domandolli poi se via c'era, ch'al regno guidassi di Logistilla, o per piano o per colli, sì che per quel d'Alcina non andassi. Che ben ve n'era un'altra, ritornolli l'arbore a dir, ma piena d'aspri sassi, s'andando un poco inanzi alla man destra salisse il poggio invêr la cima alpestra.
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