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Aggiornato: 27 giugno 2025
Si cangia dunque di cuore così? No, io non posso trovarmi nel medesimo cuore con quel prete, lo mangerei colla mia sola presenza. Se tu sei sua, tu l'ami allora? Ma come hai fatto tu per amarlo? Ma spiegatemi almeno codesto, voi altri. Non vedete che quella donna è idiota? Egli lasciò le mani di Concettella cui aveva agglomerate, peste, insanguinate.
Egli si alzò. Ma io non devo accusarla, aggiunse tra sè: non l'ho sposata forse contro il suo volere?... Non sapevo, non mi disse ella stessa che... Ah! ma come mi sorprendo ad occuparmi di lei sì sovente... per non dir sempre?... Ma sia pure che io l'ami: non per questo, lo giuro, sarò il suo trastullo.... E questa volta ella dovr
80 O misera donzella, se costui tu conoscessi, a cui dar morte brami, se lo sapessi esser Ruggier, da cui de la tua vita pendono li stami; so ben ch'uccider te, prima che lui, vorresti; che di te so che più l'ami: e quando lui Ruggiero esser saprai, di questi colpi ancor, so, ti dorrai.
Sarebbe una vendetta troppo dolce, eppoi, bisogna che serbi Fathma per me ed Abd-el-Kerim per mia sorella. Allora che fare? È una gran disgrazia che vi siate innamorato di quell'altera almea. Taci, Takir; io l'amo alla follia, l'amo furiosamente. È tanto bella e tanto giovane che sarebbe un peccato farla morire. Ma non credere che l'ami solamente, no, ira di Dio!
SAMIA. Domandane il cor tuo. LIDIO femina. Non posso. SAMIA. Perché? LIDIO femina. O non sai che 'l cor mio è con lei? SAMIA. Tanto faccia Iddio sani delle reni voi altri amatori quanto voi dite mai il vero. Dianzi non poteva costui sentire ricordarla; e or mi vuol far credere che altro bene non ha che lei. Come se io non sapessi che tu non l'ami e non vuoi venire dove la sia! LIDIO femina.
ARTEMONA. Io so che vuoi mostrare esser di tutte l'altre la piú savia e piú da ben. LÚCIA. Perché? ARTEMONA. Perché tu sola vuoi governarti al contrario de l'altre che non son manco belle o meno oneste che ti sia tu. LÚCIA. E in che? ARTEMONA. Dico che l'altre tutte fan buona cera a chi con vero veden che l'ami; e non è donna al mondo che non abbia piacer d'essere amata, come tu mostri.
E' nol potrebbe fare altri che Dio che l'ami, se non l'ama. TIMARO. Sa bene egli se l'ama o no. SIRO. Non fosse egli piú vivo! Io l'ho cercato: ch'è piú d'otto giorni che non mi fermo mai, né dí né notte, sol per saper di questo; e truovo al fine ch'ella l'ha in odio sopra ogni altra cosa. E questo è la cagion. L'ha sempre amata un Filocrate giovin, qual si dice che se la sposi in breve.
Sì, ma lo seppi quando l'amore era diventato così gigantesco da non essere io più capace di soffocarlo, di spegnerlo, di distruggerlo. Che colpa ho io se l'amai ed essa mi amò? Quella donna d'altronde non era più tua. Ma non sai adunque, miserabile, che io l'amo ancora? Tu l'ami!..., Tu l'ami!....
LAMPRIDIO. Come vuoi. MASTICA.... di non parlarle dentro l'orecchie?... LAMPRIDIO. Sí. MASTICA.... di non mirarla dalla strada?... LAMPRIDIO. Bene. MASTICA.... né mostrar atti onde stimar si possa che tu l'ami? E questo lo dico per tuo bene, accioché per troppo goder del bene nol perdi, over come mosca tanto ti tuffi nel latte che ti anneghi.
AMASIO. Aiutar dove vedi l'occasione, porleme in grazia e Cintio in disgrazia; vorrei scoprirmi e non vorrei: in somma, io stesso non so quel che vorrei. BALIA. Saria bene di porle in disgrazia Cintio e darle ad intendere un certo altro che l'ami; ché, desiando ella di saperlo, le scopriremo all'ultimo esser tu quello, e tentiamo con qualche inganno l'animo suo.
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