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Aggiornato: 6 maggio 2025


«Mirza, dopo di avermi con attenzione ascoltato, disse che era proprio dei signori ottomani il primo e secondo anno del loro imperio romper ogni promessa, dicendo esser benissimo istrutto della loro poca fede, e che avria data la lettera al re e fattogli sapere le cose da me intese, procurando di farmi avere udienza quanto prima, e più segretamente; perchè in tal negozio conosceva esser così l'intenzione sua, rispetto che l'ambasciatore d'Inghilterra gi

Io ne ignoro il nome italiano, rispose l'ambasciatore; ma se la memoria non mi tradisce esso si addimanda qualche cosa come lychnis Haageana hybrida.

Scomparso il Sultano, si confusero le due schiere dei grandi personaggi, e vennero verso di noi Sid-Mussa, i suoi figliuoli, i suoi ufficiali, il ministro della guerra, il ministro delle finanze, il gran sceriffo Bacali, il grande cerimoniere, i più grossi pezzi della corte, sorridendo, vociando, agitando le braccia in segno di festa. Poco dopo, avendo Sid-Mussa invitato l'Ambasciatore a riposarsi in un giardino del Sultano, si montò tutti a cavallo, si attraversò la piazza, s'infilò la stradicciuola misteriosa e s'entrò nell'augusto recinto del quartiere imperiale. Vicoli fiancheggiati da alti muri, piazzette, cortili, case in rovina, case in costruzione, porte ad arco, corridoi, giardinetti, piccole moschee, un labirinto da perderci il capo, e per tutto operai affaccendati, schiere di servi, sentinelle armate, e qualche viso di schiava dietro le inferriate delle finestre e agli spiragli delle porte: non si vide altro. Non un edifizio di bella apparenza, altra cosa, fuor delle guardie, che indicasse l'abitazione d'un Monarca. Entrammo in un giardino vasto ed incolto, tutto viali ombrosi incrociati ad angolo retto e chiuso da mura altissime come il giardino d'un convento, e di l

Ma non lo decise che una lettera del conte Ramponi, indettato da Ginevra, il quale scriveva facendo molti elogi dell'ingegnere, malgrado il suo fiasco d'America, e promettendo di assistere al matrimonio. Anche l'ambasciatore lo vuole, mormorò il vecchio finalmente: purchè non faccia così cogli altri interessi d'Italia!

Si parlava di una manifestazione che aveva avuto o doveva aver luogo contro l'ambasciatore d'Austria principe di Schwartzemberg, cui si considerava come l'istigatore principale della reazione e della resistenza del re ai principii più liberali che cominciavano a farsi giorno anche a Roma! Lady Keith odiava il principe austriaco, considerandolo come l'autore dell'ostilit

Lasciare una preda di quell'importanza! si minchiona dunque? Don Diego aveva portato seco sua sorella. Egli non fu arrestato. Il marchese di Tregle gli mandò don Gabriele per avere delle spiegazioni; perocchè e' fu accertato da lady Keith che Bambina aveva introdotto il re e l'ambasciatore d'Austria nel padiglione. Don Diego aveva tutto appreso da sua sorella. E' negò tutto.

Conoscono la propria ignoranza e temono il confronto di qualunque altro sacerdote, per cui sono i più terribili nemici di qualunque influenza europea, immaginando che dietro l'ambasciatore o il commerciante, venga subito il ministro della fede.

Eh, lo capisco? se voi andate a fare l'ambasciatore! Da quanto tempo mancate? Da due settimane; cioè a dire, da quando è partito l'ultimo oratore dei Genovesi, messere Ambrosio Senarega. Sono stato a Cosseria, a Millesimo, a Cortemiglia, a Ponzone; ho dato infine una scorsa a tutte le castella delle Langhe. Orbene, e in questo mezzo s'è accozzato il negozio.

Oltre a questa spedizione dell'Ognibene, il senato deliberava nel giorno 30 di ottobre dello stesso anno 1473 di eleggere un altro oratore solenne ad Uzunhasan; ma nominato Francesco Michele, egli rifiutò, e quanti altri venivano eletti declinavano tale onore per cagione del viaggio pericolosissimo; laonde furono prese le parti 22 e 30 novembre che stabilirono pene a chi si rifiutasse, e che autorizzarono il Consiglio a scegliere l'ambasciatore da qualunque luogo od ufficio.

Essi avevano aggiornata questa presentazione al momento della riunione dei delegati. Il re non potè nulla udire di ciò che dicevano il marchese di Sora ed il colonnello Colini; ma dai lembi della conversazione degli altri, egli acquistò la convinzione che quivi si cospirava. Il re e l'ambasciatore erano quando udirono il grido disperato di Bambina.

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