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Il piccolo agricoltore, ignorante e senza capitale, sa tuttora usare assai poco i concimi, e non sa quasi affatto d'irrigazione e di bonificamento; e tuttora risuona l'antico lamento degli agronomi, che l'agricoltura si volga unicamente ai cereali e trascuri l'allevamento del bestiame e gli erbaggi.

La nostra emigrazione è nella massima parte composta di agricoltori, e l'agricoltura forma la più grande risorsa presente e futura della Repubblica Argentina. Lasciamo dunque un poco, lettore mio, le citt

Si capisce che la causa principale della nostra rovina, dell'abbandono in cui lasciamo l'agricoltura e le industrie è l'esercito permanente. Ma si dice tutti i giorni finchè l'Europa intiera non si mette d'accordo per disarmare gradatamente e simultaneamente, chi è che può commettere la pazzia di farlo isolatamente? E perchè? replica chi viene da un paese senza esercito.

La Spagna, all'epoca della sua dominazione, forniva le farine; poi le fornì il Cile. «In gran parte la ragione di tale trascuratezza dice un culto studioso della materia, Giacomo Grippa, in una monografia comparsa nel libro di cui ho parlato in principio è da cercarsi nella indolenza degli abitanti, che non cedette a nessun tentativo che si facesse per scuoterlaL'agricoltura argentina, che forma la principale ricchezza del paese, è un prodigio italiano.

Entrando nel Faro da maestro a sinistra, le magnifiche falde dell'Aspromonte, certamente fratello dell'Etna, e l'aprica costa di Reggio col piede nell'onda, a destra le bellissime colline della Trinacria, servendo di contrafforti al padre dei vulcani italiani il Mongibello , lo stretto abbellito da Reggio, da Messina, da centinaia di pittoreschi casolari e da quella stupenda vegetazione di aranci, olivi, e quanto può vantare l'agricoltura meridionale è veramente incantevole.

Talché in tale campo i saggi felicitatori dell'imperatore ebbero esito scarso, sebbene Napoleone III abbia indiscutibilmente procacciato, per l'agricoltura mille volte più della monarchia di luglio. Furono fondate una folla di societ

Ma se ne vedono tante!... È fâcheux, sentenziò il contino, che questi villani vogliano tutti avviarsi agli studi delle classi alte in cambio di stare alla vanga. L'agricoltura ne porta le pene. È questa l'opinione di Sua Eccellenza mio padre, ed è anche la mia.

La Marina: «Sto a bocca chiusa». Le Finanze: «Rimarrò cheto come olio». L'Istruzione Pubblica: «Terrò la lingua a cintola». La Guerra: «Fate conto che io l'abbia lasciata al beccaio». L'Agricoltura, Industria e Commercio: «Non fiato più». La Grazia e Giustizia e Culti: «Eccomi imbavagliato».

Fra quelle lotte però sentivasi la vita: ciascuno capiva quel che valesse di per , e quel che potrebbe d'accordo cogli altri; il commercio, l'agricoltura, le arti erano salito in gran fiore; pittura, scultura, architettura, offrivano modelli, che il difficile nostro secolo non cessò di ammirare; e la lingua, venuta a mano di Dante Alighieri morto venti anni prima, e del Petrarca e del Boccaccio, giovani ancora, acquistava il primato che più non perder

Una centuria di militi cittadini serviva per fare ubbidire le deliberazioni del savio, giacchè non c'era più in Italia di gente armata, se non che circa due milioni di cittadini che supplivano a qualunque specie di servizio, e le di cui occupazioni diurne erano le officine e l'agricoltura, quando la patria non abbisognava di loro.